L'Antro: Wicca, Magia Nera, Magia rossa, Magia Bianca, Esoterismo, Divinazione, Sogni...

Votes taken by Lothiriel91

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    Ok, ecco il mio racconto, spero di non essere uscita fuori tema:

    Lo sfortunato monaco dal cappuccio rosso
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    Riccardo si fece da parte, adagiandosi su un fianco e prendendo fra le braccia Tessa, ansimante: l’ennesimo momento di passione rubato, di gemiti silenziosi e movimenti quasi furtivi, mentre si amavano nell’ombra della piccola cantina dimenticata al piano sotterraneo del castello.
    Era diventato il loro nido, il loro rifugio, l’unico luogo in cui non potevano essere visti: spoglio, freddo, umido, ma accogliente quanto bastava, con quel piccolo materasso poggiato sul duro pavimento di pietra e nient’altro che i loro corpi uno contro l’altro a trasmettere calore.
    “Per quanto ancora andremo avanti così, Riccardo?”.
    Il giovane capiva bene il senso di quella domanda. Ormai erano due mesi che lui e Tessa si frequentavano clandestinamente, ed era quasi un mese che lui era entrato in monastero nell’Ordine dei Monaci di Yonia. La regola del maggiorascato parlava chiaro, ed essendo lui il figlio minore del re non aveva avuto molta scelta: o il monastero, o la vita militare. Non si poteva dividere il patrimonio di famiglia.
    Ma essere un monaco implicava la castità; essere il figlio del re non permetteva di fraternizzare con la servitù; e lui era riuscito a violare entrambe le regole. E la punizione sarebbe stata terribile se li avessero scoperti.
    “Non lo so, Tessa; ma non preoccuparti, andrà tutto bene”.
    “Sai benissimo che non è così. Presto ci scopriranno; cosa faremo allora? E se anche non ci scoprissero, quanto durerà questo vedersi di nascosto come briganti della peggior specie?”.
    Mentre parlava il tono di voce si era alzato e in essa si sentiva la minaccia delle lacrime che non potevano essere trattenute. Riccardo la fissò per un attimo senza dire niente, per poi cominciare a raccogliere la sua tunica bianca col cappuccio rosso tipico dell’Ordine a cui apparteneva.
    Quante volte si era fatto quelle stesse domande nelle notti insonni prima di trasferirsi al monastero? Quante volte aveva continuato a porsele fra una preghiera e l’altra? E si era mai dato una risposta?
    “Tessa, io…”; non finì mai quella frase. Ci fu uno schianto, una voce che impartiva ordini e numerosi passi pesanti che si avvicinavano a loro. Riccardo e Tessa si guardarono spaventati negli occhi, la consapevolezza dura come le rocce su cui posavano le fondamenta del castello: il momento che tanto temevano era arrivato.
    Tre soldati entrarono nella cantina, prendendo in custodia Tessa; subito dopo entrò Arrigo, il consigliere fidato del re. “Portatela via” disse; i tre soldati strattonarono via la ragazza ancora nuda e uscirono; Riccardo era come pietrificato: rimase in silenzio a fissare la porta della cantina senza vederla realmente. Era finita, e lo sapeva bene
    “Vostro padre vuole vedervi; vi prego, vestitevi e seguitemi”.
    E così fece, senza protestare. Quando si ritrovò al cospetto del re, suo padre, il dono della parola era ancora perduto.
    “Credevi davvero non l’avrei scoperto, Riccardo?”, disse il sovrano guardando suo figlio, impassibile. “Non credo ci sia bisogno di spiegarti cosa hai sbagliato e perché. Piuttosto, dal momento che ho ceduto la tua educazione all’Ordine dei Monaci di Yonia, saranno loro ad infliggerti la punizione che ritengono più opportuna. Considerato il tuo rango avranno sicuramente un occhio di riguardo, e dopo tutte le precauzioni prese questa storia, per fortuna, non verrà scoperta da nessun altro. Partirai domattina presto. Puoi andare”.
    “Che ne sarà di Tessa?” riuscì finalmente a dire.
    “Tessa è una servetta che ha rischiato di infangare il buon nome della famiglia reale, per non parlare dell’offesa al decoro che ha arrecato, unendosi ad un uomo che non fosse suo marito. Pertanto è stata imprigionata nell’ultima stanza della torre est, e lì rimarrà fino a quando la morte non sopraggiungerà”.
    “Padre, voi non potete!”
    “Certo che posso! E ora va’, prima che cambi idea e faccia rinchiudere anche te!”. La furia negli occhi del padre gli fece capire che non stava affatto scherzando. Fuggì, dirigendosi alla torre est. Non c’era nessuno a presenziare l’ingresso, così salì fino in cima, trovando davanti solo un muro di pietra. Capì immediatamente: l’avevano murata viva.
    “Tessa! Riesci a sentirmi? Sono io!”. Nessuna risposta. “Tessa! Ti prego rispondimi!”.
    “Riccardo…”. La voce della ragazza era debole; forse era stata ulteriormente punita prima di essere rinchiusa.
    “Mi dispiace così tanto. Ma farò di tutto per liberarti, non ti lascerò sola!”. Ormai le lacrime bagnavano anche il suo volto, e poteva sentire i deboli singhiozzi di Tessa dall’altra parte.
    Il ragazzo mantenne la parola: quando il giorno dopo andarono a prelevarlo per riportarlo in monastero, non ci fu verso di farlo muovere da lì. Scalciò, urlò, minacciò di uccidersi se lo avessero portato via. Per evitare che le urla del giovane arrivassero ad orecchie indiscrete e che si diffondesse lo scandalo, il re decise di lasciarlo lì, intimando ai suoi servitori di non far sapere a nessuno cosa stesse succedendo e facendo credere che il figlio fosse partito per il monastero.
    Riccardo rimase seduto con la schiena contro la parete di pietra, anche dopo l’ultimo suono emesso dalla gola di Tessa, perfino dopo il suo stesso ultimo respiro. E’ rimasto lì per secoli davanti a quella parete, vestito di bianco e con un cappuccio rosso in testa, ad osservare tutti coloro che arrivavano fino in cima per capire cosa si portassero nel cuore.
    Molti si spaventavano nel venderlo, altri invece si interessavano alla storia del tesoro nascosto nella stanza segreta che lui raccontava; nemmeno la paura riusciva a soffocare l’avidità di certe persone. Non pensavano al fatto che avrebbero potuto non rivedere più le persone care. Preferivano dare ascolto ad un fantasma che prometteva loro ricchezze se fossero riusciti a rubargli il cappuccio. Si affannavano nell’inseguirlo, sembravano impegnarsi come forse non avevano mai fatto in vita loro; molti non ci riuscivano, ma da quelli più risoluti si faceva prendere. E poi prontamente li puniva. Anche loro dovevano capire cosa significa dare più importanza ai beni materiali che al resto; anche loro dovevano pagare quello stesso prezzo che lui in vita aveva dovuto pagare per aver cercato di vivere diversamente, dando valore a qualcos’altro che non fosse la ricchezza e la reputazione. Così mostrava loro una stanza che prima non c’era, piena di tesori e ricchezze varie; una volta fatti entrare, non li faceva uscire più.
    monacello1

    Riccardo è lì ancora oggi, nella torre est dell’antico castello; e ancora oggi qualcuno, dopo una visita alla costruzione medievale, scompare senza fare più ritorno.

    Per questa storia mi sono ispirata ad una leggenda che mi ha raccontato mia nonna e di cui si trova anche qualche accenno sul sito del comune di Roccadaspide (SA), il mio paese: si tratta della leggenda del "munaciello rosso", una leggenda che in realtà è diffusa anche altrove. Nel nostro paese esiste questo bellissimo castello medievale costruito intorno al 1245 dai principi Filomarino; si dice che in esso si trovi appunto questo piccolo monaco con un cappuccio rosso in testa. Si dice che se si riesce a rubarglielo lui mostrerà una stanza segreta piena di tesori. Ma si dice anche che chi ci sia riuscito non abbia più fatto ritorno e non si sappia che fine abbia fatto. Qualcuno spesso, dall'esterno, ha visto una figura incappucciata affacciata alla finestra della torre est.
    E' tutto, se non va bene almeno mi sono divertita a scriverlo xD

    Edited by Lothiriel91 - 3/12/2015, 22:14
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    ma infatti non mi risulta che i sigilli possano far entrare in azione demoni; secondo me due sono le cose: o come dicono anche gli altri il tuo amico si fatto condizionare, oppure al massimo c' stato qualche errore nella creazione del sigillo, ad esempio nella scrittura della frase... quello e un passaggio critico. poi non saprei...
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    Benvenuta Charlotte! :)
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    Salve a tutti! Mi chiamo Antonia e mi sono iscritta a questo forum per ampliare le mie conoscenze in ambito esoterico; mi interessano principalmente le arti divinatorie, in particolare tarocchi e pendoli, i cristalli e mi affascina molto anche lo spiritismo, anche se in quest'ultimo campo non ho mai avuto esperienze dirette. Sono stata cresciuta in un famiglia cattolica cristiana, ma io sono agnostica. Per quanto riguarda le mie conoscenze esoteriche, sono sempre stata affascinata dai tarocchi di cui ho sempre letto qualcosina, ma è da poco che ho iniziato a studiarli, sono ancora alle prime armi. Ho trovato questo forum per caso navigando in rete con mia amica molto tempo fa. Sono contenta di essere qui e spero di trovare (ed eventualmente dare in futuro) tanti consigli utili :patpat:
4 replies since 14/11/2014
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