Specularità

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  1. SitaRama
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    Prima o poi ogni cercatore si pone il problema che sorge implicito dalla tavola di smeraldo, quando si afferma:
    CITAZIONE
    [...] quod est inferius est sicut quod est superius, et quod est superius est sicut quod est inferius ad perpetranda miracula rei unius [...]

    ovvero:
    CITAZIONE
    [...]Ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso affinché si compia il miracolo della cosa unica [...]

    Ciò implica sostanzialmente due cose:
    - definire il concetto di "Esistenza" (per definire appunto in che modo interpretare la condizione di "Essere" dell'alto e del basso);
    - definire il concetto di "Unico" derivante dalla riunione tra alto e basso.
    Partiamo dal concetto di esistenza.
    Definire ciò che esiste è come definire che qualcosa non esiste. Se affermo l'esistenza di qualcosa, implicitamente sto giudicando (da iudicium) ciò che è "reale" o "esistente" e "ciò che non lo è". Ma la tavola non parla di qualcosa al di fuori dell'esistenza, dice solo che ciò che esiste in "alto" (Grande Volto) esiste anche in "basso" (Piccolo Volto) e viceversa. Quindi, per estremizzazione, se nel Piccolo Volto trovasse spazio un'immagine, e la si riuscisse a rendere "reale", essa diventerebbe "reale" anche nel Grande Volto. Se analizziamo l'analogia che intercorre esotericamente tra Piccolo Volto (Micro-Cosmos o Micro-Propositum) e Grande Volto (Macro-Cosmos o Macro-Propositum) capiremo su quali basi funziona l'universo. Rendere reale qualcosa nell'"universo interiore" dell'iniziato ai misteri, la rende reale anche nell'"universo esteriore". Ma ciò non spiega il concetto di esistenza, anzi lo va solo a complicare. Infatti, in quest'ottica, l'esistenza è tutto ciò che l'iniziato riesce a creare con la sua immaginazione, poiché la rende reale nel Micro-Cosmos e di conseguenza diventa reale anche nel Macro-Cosmos.
    Ma come può esistere qualcosa che l'iniziato crea solo con la sua immaginazione? Semplicemente perché il concetto di esistenza è relativo alle percezioni. In fin dei conti, noi possiamo percepire la realtà solo attraverso i sensi. Quindi l'esistenza è ciò che la nostra Mente percepisce attraverso i sensi.
    Ma i sensi sono partizione, non potranno mai dare una visione dell'Unico. Puoi sentire contemporaneamente con il tatto, con la vista, con l'udito, con il gusto o con l'olfatto, ma non potrai mai unire la sensazioni in una sensazione unica, poiché le impressioni (modificazioni) vengono registrate separatamente.
    Allora nell'attento ricercatore dovrebbe sorgere un dubbio sostanziale: per percepire l'unico devo quindi ritrarre i sensi?
    Si, quello è un primo passo. Distruggendo quello che è il concetto di realtà che i sensi ci fanno percepire, possiamo lentamente sviluppare una visione unica, che è quella descritta (ad esempio) dall'occhio di Siva.
    Potremmo quindi interrogarci sull'esistenza di una "Mente Unica", che comprende tutte le menti.
    Se (il "se" è voluto, in quanto nella tavola questo viene preso come dogma... esperibile ovviamente) esiste una mente unica, e diverse menti individuali comprese dalla mente unica, nasce spontaneo chiedersi in che modo, questa mente, ha relazione con le altre menti. Immaginiamo per un attimo una bolla di sapone, di dimensioni notevoli, con all'interno infinite piccole bolle di sapone.. La grande bolla è, per analogia, la mente unica. Le piccole bolle sono le menti individuali, collegate alla grande bolla ma solo indirettamente alle altre bolle (attraverso al bolla più grande). In quest'ottica, l'unico modo per immedesimarsi nella bolla unica è far "scoppiare" la piccola bolla individuale per ritrovarsi proiettati nella bolla più grande. Ecco una delle esperienze che molti maghi descrivono: "ed in quel momento, l'universo ha dischiuso i suoi segreti davanti ai miei occhi".
    Ma la grande particolarità delle bolle di sapone è che sono trasparenti ed al contempo riflettono la luce... puntando una luce contro la bolla si creano infiniti riflessi di colore sulla bolla (questo paragone è spesso usato per descrivere "gli infiniti colori dell'Alba del Millesimo Giorno" o "dell'Alba d'Oro"). Immaginate per un attimo che una mente individuale decida di far riflettere la luce in un particolare modo, creando un colore all'interno della sua piccola bolla. Allo stesso modo, un colore simile potrebbe essere proiettato da molte altre bolle al loro interno. Ovviamente, quel colore si rifletterebbe anche sulla grande bolla, come somma delle singole proiezioni dei colori proiettati dalle piccole bolle. Così il "colore" esiste all'interno come modificazione del normale flusso della luce nella bolla, ed all'esterno come somma delle proiezioni delle modificazioni avvenute nelle piccole bolle....
     
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    pienamente d' accordo ho da aggiungere che quando si giudica si sta giudicando se stessi e questo giudizio influisce sulla realtà sempre,
    "Ma come può esistere qualcosa che l'iniziato crea solo con la sua immaginazione? Semplicemente perché il concetto di esistenza è relativo alle percezioni. In fin dei conti, noi possiamo percepire la realtà solo attraverso i sensi."
    questo non credo sia del tutto corretto, secondo me questo fattore è da riallacciare all' argomento iniziale ogni cosa è Uno, l' universo è come una sfera dove il centro e ovunque e le estremità da nessuna parte, come direbbe Giordano Bruno, in sostanza siamo collegati con ogni cosa, quindi determinate vibrazioni, stati d' animo e pensieri provocano una sorta di effetto domino se incanalati adeguatamente,
    per quanto riguarda le bolle non vedo l' ora che si raggiunga il "punto limite" un buon numero di persone che vibrano su frequenze elevate, potrebbero provocare un cambiamento di massa, più o meno la stessa cosa dell' effetto domino descritto precedentemente, anche se sotto altre forme.
     
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  3. SitaRama
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    CITAZIONE (balaramax @ 5/9/2013, 23:27) 
    [...]questo non credo sia del tutto corretto, secondo me questo fattore è da riallacciare all' argomento iniziale ogni cosa è Uno, l' universo è come una sfera dove il centro e ovunque e le estremità da nessuna parte, come direbbe Giordano Bruno, in sostanza siamo collegati con ogni cosa, quindi determinate vibrazioni, stati d' animo e pensieri provocano una sorta di effetto domino se incanalati adeguatamente[...]

    Il fatto che "ogni cosa è uno" non cambia il fatto che noi percepiamo attraverso i sensi.
    Mentre scrivi sulla tastiera del tuo pc usi le dita, quindi il senso del tatto.
    Non sono in disaccordo con quanto scrivi, dico solo che ciò non cambia quali siano i nostri modi di percepire l'esterno ordinario.
     
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2 replies since 5/9/2013, 19:26   123 views
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