Trasmutazione

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  1. SitaRama
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    Ciò che molti cammini offrono al cercatore è ciò che viene definito comunemente come "Trasmutazione".
    Trasmutare indica il porsi "oltre la modificazione", non come generalmente si intende il senso di "cambiare", poiché cambiare significa prediligere una forma rispetto ad un'altra, appunto perché il cercatore non deve cambiare forma, deve porsi oltre il cambiamento stesso. Ecco perché l'Inizio e la Fine di qualsiasi cammino iniziatico coincidono, sempre che non si venga "presi in giro" dalla Dea, dal Sé.
    Diventa quindi più chiaro il motto kabalistico secondo cui: "Malkuth è in Kether e Kether è in Malkuth, anche se in modo diverso".
    Nel cammino iniziatico, si riscopre che il fine coincide con l'inizio, lo si vede solo in modo diverso. Se l'iniziato vede un albero all'Inizio del cammino, quell'albero sarà sempre lo stesso anche alla fine del cammino, è l'iniziato a Trasmutare ed a vederlo con occhi diversi. Ovviamente ci sono varie fasi di transizione... un altro motto iniziatico recita ad esempio: "Per chi inizia a percorrere il sentiero, il mare è il mare. Per chi si è addentrato nel sentiero, il mare non è il mare. Per chi ha compreso il sentiero, il mare è il mare".
    Ecco allora che nasce l'esigenza di imparare, con costanza e determinazione, a Trasmutare noi stessi, per permetterci di osservare ciò che già possiamo vedere, ma che ancora non comprendiamo.
    Molti sentieri dividono la "via della mente" dalla "via del cuore".
    Si può vedere il mondo attraverso la mente, lasciandosi trascinare dalle menzogne, o si può vedere il mondo attraverso il cuore, lasciandosi trascinare dalle emozioni. A mio avviso, e per quello che ho potuto vedere nel mio procedere, entrambe queste visioni sono errate.
    La Trasmutazione è totale, il cercatore deve imparare ad osservare con distacco: se si esclude la visione della mente per poi lasciarsi trascinare dalla visione del cuore cambia la forma, non ci si è posti oltre la Modificazione. Così anche l'inverso.
    L'Iniziato impara, col Tempo, a "tagliarsi la testa" ed a "strapparsi il cuore dal petto", pone i suoi occhi nel cuore, ma osservare dal cuore non significa lasciarsi trascinare dal cuore, significa cambiare prospettiva (il mare non è il mare) per poi bruciare con l'amore il cuore stesso (il mare è il mare, anche se in modo diverso).
    Sorge quindi il problema di come applicare questa trasmutazione.
    Per spostare gli "occhi nel cuore" occorre applicare la nostra coscienza ad un livello differente. La coscienza è il vento, il respiro.
    Si formi idealmente un triangolo retto che ha come vertici il cuore, l'attaccatura del naso ed il "cuore esterno".
    Il cuore esterno, nel sistema trika, è il dvādaśānta esterno. Dvādaśānte rappresenta qualcosa che è posto alla distanza di circa 12 dita, ed in questo caso rappresenta esattamente la distanza che dobbiamo percorrere per arrivare a questo punto. Quindi si prolunghi la linea del naso e partendo dalla punta si prendano 12 dita: vedremo che il punto ottenuto è circa alla stessa altezza del cuore.
    Avendo ben fermo questo triangolo, inizialmente si può applicare la respirazione inversa: in inspirazione l'energia si muove verso l'esterno, in espirazione l'energia si muove verso l'interno. Inspiro e l'energia si muove dal cuore al dvādaśānta esterno (passando per il naso), espiro e l'energia si muove dal dvādaśānta esterno al cuore (passando per il naso).
    Si imparerà quindi col tempo a "muovere i soffi", ed a spostare la coscienza dove vogliamo, fino ad ottenere la possibilità di portare gli "occhi nel cuore".

    Edited by SitaRama - 10/9/2013, 17:30
     
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