Spiriti acquatici e marini nella mitologia norrena

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  1. VirgyCOB
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    nord233


    La concezione che intende le acque, specie quelle dell’oceano, come mondo oscuro, sconosciuto e pericoloso è all'origine della credenza che esse siano dimora di spiriti sovrannaturali, spesso malvagi, i quali si manifestano sotto diverse forme.
    Un demone acquatico comune a tutta la tradizione germanica è certamente quello che va sotto il nome di nykr. Esso è considerato un essere pericoloso e demoniaco che assume forma animale, specie di cavallo (in tal senso testimoniano altri termini con i quali viene designato nel folclore, quali l’islandese vatnahestur, lo svedese vattenhäst «cavallo delle acque» o dammhäst «cavallo dello stagno» glossato hippopotamus).
    Di esso è detto tuttavia che è capace (come del resto tutti gli esseri stregoneschi) di cambiare aspetto. Nel terzo trattato grammaticale islandese si parla di una figura poetica di nome nykrat che «cambia aspetto in molti modi come il nykr». Essa prende altresì nome finngálknat , termine connesso a finngálkn , «mostro» (per metà uomo e per metà animale), «centauro». Nella tradizione delle fiabe islandesi è detto che questo essere non sopporta di sentir pronunciare il proprio nome. Nel Libro dell’insediamento si racconta di un tale Auðun il quale vide un cavallo color grigio pomellato uscire dal lago di Hjarðarvatn e unirsi alla sua mandria. Egli lo aggiogò a una grande slitta e quello lavorò per lui. Durante il giorno il cavallo si mostrò buono e docile, poi però dette segni di impazienza e infine dopo il tramonto si liberò e scomparve nell’acqua. Esso non fu più ritrovato.
    Il concetto delle acque come dimora di demoni ritorna nel racconto della Saga dei valligiani di Vatnsdalr, dove è riferito di un tale Hrolleifr, uomo malvagio e demoniaco, che viveva costantemente presso un fiume.
    Una simbologia prevalentemente nefasta caratterizza anche gli spiriti che dimorano nell'oceano. Il mostro per eccellenza che vive qui è noto al mito come Miðgarðsormr, «serpe di Miðgarðr», il nemico cosmico che nell'ultimo giorno assalirà la terra. La figura di questo serpe spaventoso ha senza dubbio suggerito l’immagine di altri serpi o draghi giganteschi, dei quali è detto che rovesciano le navi e fanno annegare gli equipaggi. Questi mostri sono altresì collegati ai giganti, alcuni dei quali, come Ægir sua moglie Rán, hanno dimora nel mare.
    I mostri marini hanno un aspetto in parte umano (nella zona superiore del corpo) e in parte animale (in quella inferiore). Nel lessico nordico sono ricordati con nomi quali hafstrambr , hafskrimsl , sjóskrimsl , «mostro marino» e lyngbakr lett. «dorso di erica». Fra i mostri femminili si ricordano márgygr, sjógygr e hafgufa «orca marina». Questi esseri sono ricordati in diverse fonti. La loro descrizione risente per certi versi della tradizione meridionale (così a esempio quando si fa riferimento al canto melodioso); per buona parte tuttavia essa è da collegare all’immagine di altri esseri marini ritenuti pericolosi e stregoneschi (così la balena e il tricheco).
    La tradizione medievale cristiana tende a identificarli col demonio: per questo in talune fonti essi vengono uccisi da paladini della nuova religione.
    Nella Saga di Oddr della Freccia è riferito che due di questi esseri apparvero sotto forma di scogli e di un’isola. Quando i compagni di Oddr scesero su quest’isola, essa (e così gli scogli) sprofondò nel mare facendoli annegare.
    Un altro spirito che dimora nel mare ma ha caratteristiche diverse è il marmennill, al quale si allude in due fonti. Esso ha aspetto umano benché grottesco e corpo di foca dalla cintola in giù. È noto per la sua conoscenza del destino e quindi per le capacità profetiche, tuttavia parla soltanto quando gli aggrada.

    Fonti:
    I miti nordici - Gianna Chiesa Isnardi
     
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