Desiderio e Volontà

per cambiare non basta il desiderio, occorre la Volontà.

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  1. Descensus_Inferos
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    Per "cambiare" non basta il desiderio. Occorre la Volontà. Desiderio e Volontà (e lo scrivo appositamente in maiuscolo) non sono la stessa cosa.

    Spesso pensiamo di "volere" ma non siamo coscienti, invece, di essere ancora nel desiderio. Siamo abituati a usare il desiderio come motore delle nostre scelte. Ci siamo nati, è uno schema che ci portiamo sulle spalle in termini di configurazione personale e collettiva. Nelle nostre stesse radici come esseri umani, circola la droga del desiderio ed è quindi molto difficile accorgersi di esso e poi andare oltre, attivando nuove risorse.
    Quando viviamo una situazione in cui stiamo male, una parte di noi sente che vorrebbe uscirne. Eppure ogni aiuto o suggerimento che sia, viene vissuto come inutile. "Tanto non funziona" è il mantra che si impossessa della nostra voce mentale. Così non si "prova" neanche a cambiare, perché noi stiamo desiderando un cambiamento, ma non lo vogliamo ancora.

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    Quando arriva il momento in cui "Io voglio" è pronunciato dal nostro essere, allora nuove direzioni si attivano e gli ostacoli si trasformano in trampolini di lancio. Perché non esiste forza più grande e divina della Volontà. Nelle scienze esoteriche, si narra che la Volontà è collegata all'energia di Primo Raggio (...) Tutti noi, in un modo o nell'altro, abbiamo accesso a questo canale di potere divino. Se, invece, pensiamo il contrario, è perché stiamo ascoltando solo la voce contorta del desiderio.



    Il desiderio è connesso con la personalità, il Volere con l'Anima. Per questo il desiderio non può portarci al di fuori dei nostri limiti. Se non ci apriamo all'Io Voglio, resteremo nel desiderio e nella sua logica compulsiva. Per accogliere la Volontà occorre un "io" che sia cresciuto al punto tale da essere disposto a lasciar andare parti di sé... che è l'unico modo per accogliere la trasformazione.

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    "Io voglio servire l'Amore, la Luce e il Piano" possa essere la Volontà suprema di tutti noi.

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  2. Descensus_Inferos
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    Procedendo nella conoscenza di se stessi, emerge la necessità di far chiarezza su tutto ciò che opera all’interno dell’uomo.
    Spesso vi è confusione o difficoltà a distinguere ciò che è all’origine dei moti interiori, quali sono le forze che spingono ad una determinata azione e quali sono le funzioni psichiche coinvolte nei processi vitali.

    Una distinzione sottile e fondamentale va fatta fra il desiderio e la volontà entrambe queste funzioni sono facilmente scambiate in quanto sono forze dinamiche che si trovano alla base della vita.

    Mentre la prima forza, il desiderio, è una spinta legata ad una funzione (istintiva, emotiva, mentale) che cerca realizzazione e soddisfacimento con l’appropriazione di un “oggetto” esterno all’io, la volontà è una forza neutra che permette la messa in atto di qualunque cosa che esiste in potenza nella spazialità psichica.
    In questo senso la volontà è il “propulsore” centrale interno che coordina un’azione (interna e/o esterna) e come tale è strumento primario di realizzazione a diversi livelli: istintivo, emotivo, mentale-inferiore, mentale-superiore.

    Il desiderio, diversamente, è qualcosa di potenziale che può essere sentito e vissuto senza la necessaria forza di volontà per la sua realizzazione e pertanto rimanere inappagato e/o rimosso mancando di trovare il suo naturale sbocco.
    Nel desiderare l’io non ha una posizione centrale-attiva, ma è “sottomesso” all’impulso “desiderante” che richiede il suo appagamento; impulso che può spingere con tale forza da attivare una volontà determinata al raggiungimento di uno scopo.

    La volontà ha dunque sempre una posizione centrale in quanto è lo strumento diretto dell’io, ma può essere per così dire “pervertita” (nel senso etimologico del termine), se asservita a funzioni decentrate di una personalità non integrata, non-unificata in un Io, quindi non utilizzata con consapevolezza attiva.

    Nella Psicosintesi di Assagioli, in cui tali tematiche sono state ben affrontate e chiarite, si definiscono così i due termini:

    DESIDERIO: funzione psicologica. Per quanto se ne consideri soprattutto l’aspetto soggettivo (desiderio come qualcosa che uno sente, come emozione), in realtà è una forza dinamica che spinge ad agire: tendenza primordiale, l’impeto dell’attrazione verso il non-io.
    Gli impulsi e i desideri sono le molle che si trovano dietro ogni azione umana. Tutti gli uomini sono mossi – potremmo dire posseduti – da un desiderio di qualche genere, anzi da desideri di molti generi, da quelli relativi ai piaceri sensuali fino alle aspirazioni più idealistiche.


    VOLONTA': funzione psicologica, la più vicina all’io, sua diretta espressione. Sorgente di tutte le scelte, le decisioni, gli impegni. Attraverso la sua scoperta dentro di noi percepiamo di essere un soggetto vivente dotato del potere di operare cambiamenti nella nostra personalità, negli altri, nelle circostanze.
    Ha funzione direttiva e regolatrice simile a quella del timoniere di una nave.

    (Da “Comprendere la Psicosintesi”)

    Ma spingendoci oltre le definizioni generiche andremo a scoprire che vi è una Volontà con la “V” maiuscola che è quella che rispecchia più propriamente l’essenza di tale forza-funzione.
    Essa è quell’energia che è alla base della vita stessa perché ne permette la manifestazione.
    Il Suo riflesso nell’uomo è veramente visibile quando si sono determinate condizioni di riunificazione delle scissure interne attraverso un lavoro pratico e attivo sui vari livelli della personalità.

    Fabio Guidi nel suo libro “Iniziazione alla Psicosintesi”, riprendendo ciò che dice Assagioli, così ne parla: “Si può volere solo dal centro”. Con questo si vuole mettere in evidenza il fatto che fino a quando non è attuata una sufficiente unificazione della personalità, non si può affermare di possedere una effettiva Volontà. La Volontà presuppone un Io sufficientemente integrato e capace di prendere una sola direzione esistenziale.
    A tale Volontà si contrappone il puro e semplice arcobaleno dei desideri, vale a dire la guerra dei nostri diversi, spesso opposti, impulsi interni.”



    Inoltre per attivare e svelare la Volontà all’interno di sé, vanno distinte tre fasi:

    1^ – riconoscere che la volontà esiste;
    2^ – consapevolezza di avere una volontà;
    3^ – scoprire di ESSERE UNA VOLONTA’.

    La Volontà è la “forza motrice” che permette l’attuazione di un’istanza la cui spinta può venire da una delle altre funzioni psicologiche dell’io (volontà personale) o da un centro superiore sovramentale (in questo caso si intenderà come “Volontà Transpersonale”).

    Stella_delle_funzioni_Assagioli

     
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1 replies since 26/12/2015, 22:16   363 views
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