Ayurveda

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    Dhanvantari, il dio dell'Ayurveda



    L'ayurveda (in sanscrito: आयुर्वेद) è la medicina tradizionale utilizzata in India fin dall'antichità, diffusa ancora oggi nel sub-continente più della medicina occidentale.

    L'Ayurveda è, al 2015, ben integrata nel sistema sanitario nazionale indiano con diversi ospedali ayurvedici presenti in tutto il paese. Negli Stati Uniti la pratica dell'ayurveda è consentita nell'ambito dell'esercizio delle terapie complementari.

    Non c'è alcuna prova scientifica che l'ayurveda sia efficace per il trattamento di una qualsiasi malattia.[3] Preoccupazione è stata espressa in relazione ai prodotti ayurvedici: diversi studi negli USA mostrano come circa il 20% dei rimedi farmaceutici ayurvedici prodotti in USA e in India contengano metalli pesanti come piombo, mercurio e arsenico ad un livello tossico per l'uomo.

    Definizione.

    Ayurveda è una parola composta da ayur, durata della vita o longevità e veda conoscenza rivelata. Molti traducono erroneamente l'ayurveda come scienza della vita. In realtà è un sistema medico molto vasto e complesso comprendente aspetti di prevenzione, oltre che di cura, che permetterebbero, se applicati rigorosamente, di vivere più a lungo, migliorare la propria salute e rispettare il proprio corpo.

    Viene citata per la prima volta nel Caraka Samhita, un trattato di 500 principi medicinali compilato durante il regno dell'imperatore Kanishka. È attualmente annoverata dall'Unione europea e dalla maggior parte degli Stati membri tra le medicine non convenzionali la cui erogazione è consentita soltanto da parte di medici qualificati. Antico e complesso sistema, si è sviluppato nella sua forma attuale attraverso millenni di ricerche e sforzi innovativi.

    L'ayurveda si occupa da tutti i punti di vista del benessere delle persone, nel loro aspetto fisico, psichico e spirituale e si occupa delle patologie tanto quanto dello stato di salute normale. Lo scopo è quello di aiutare le persone malate a curarsi, e le persone sane a mantenere il proprio benessere e prevenire le malattie. I principi medicinali utilizzati sono, in genere, minerali, metalli purificati e combinati con acidi fulvici ed erbe, in forma di polveri, pastiglie, infusi, ecc.

    La maggior parte è di natura fitoterapica, come l'Amalaki (emblica officinalis), il Trikatu, un composto di tre erbe, zenzero, pepe e pippali (piper longum), Haridra (curcuma), Brahmi (Bacopa Monnieri), Tulasi (Ocimum sanctum), Erand (Ricinus communis), Guduchi (Tinospora cordifolia), Kumari (aloe), Gokshur (tribulus terrestris). Ogni medicinale ha una specifica modalità di utilizzo, perché agisca alla sua massima efficacia.

    Origini mitologiche.

    Le origini dell'ayurveda sono intrise della ricca mitologia indiana. Si ritiene infatti che l'ayurveda, la "scienza della durata della vita", risalga a Brahma, creatore dell'universo. Costui fece dono del sistema ayurvedico a Daksa Prajapati e da questi agli Asvin, ed infine da loro ad Indra, signore degli dei vedici. Da Indra infine l'ultimo passaggio ai suoi 4 discepoli, Bharadvaja, Atreya, Kasyapa e Dhanvantari. Nella Caraka Samhita, nei primi capitoli, è narrata la storia dell'origine mitica dell'ayurveda.

    Origini storiche.

    Le origini storiche dell'ayurveda si perdono indietro nei millenni, a un'epoca precedente al ritrovamento di documenti scritti che certifichino la sua esistenza. È opinione condivisa infatti che come per molte altre tradizione ed opere, anche per l'ayurveda e per i Veda in generale, ci sia stata una capillare diffusione orale prima della sistemizzazione in forma scritta che cominciò ad avvenire con una serie di trattati a partire dal 450 a.C. circa. La testimonianza di Faxian, un pellegrino buddhista arrivato nel V secolo d.C. nella città di Pataliputra, è una delle più antiche descrizioni al mondo di un sistema ospedaliero civico, e fa pensare che l'India possa essere stato il primo paese al mondo a sviluppare un sistema metropolitano organizzato di assistenza medica su base istituzionale.

    I dosha.

    Secondo l'Ayurveda il corpo fisico è pervaso da tre dosha (energie vitali) in proporzioni diverse. Questi determinano tramite il loro stato di equilibrio o squilibrio rispetto alla costituzione individuale (prakriti) lo stato di benessere o malattia dell'individuo. Ogni dosha è composto da due elementi (panca-mahabhutani) ed ha determinate qualità (guna) che li caratterizzano.

    I tre dosha sono:
    Vatacomposto da spazio (akasha) e aria (vayu), è il principio del movimento, legato a tutto ciò che è movimento nel corpo (sistema nervoso, respirazione, circolazione sanguigna, ...). Le sue qualità sono: freddezza, secchezza, leggerezza, sottigliezza, mobilità, nitidezza, durezza, ruvidezza e fluidità. La sua sede principale è il colon ed i suoi 5 sub-dosha sono: Prana, Udana, Samana, Apana e Vyana.Pittacomposto da fuoco (tejas) e acqua (jala), è il dosha legato alla trasformazione, alla digestione intesa sia a livello fisico (stomaco, fuoco digestivo detto anche agni) che mentale (elaborazione delle emozioni). Le sue qualità sono: caldo, untuoso, leggerezza, sottigliezza, mobilità, nitidezza, morbidezza, levigatezza, chiarezza e fluidità. La sua sede principale è l'intestino tenue ed i suoi 5 sub-dosha sono: Pacaka, Ranjaka, Sadhaka, Alochaka e Bhrajaka.Kaphacomposto da acqua (jala) e terra (prithvi), è il dosha legato alla coesione, al tener unito, è proprio dei fluidi corporei, lubrifica e mantiene il corpo solido ed uniforme. Le sue qualità sono: freddezza, umidità, pesantezza, grossolanità, stabilità, opacità, morbidezza, levigatezza e densità. I suoi cinque sub-dosha sono: Kledaka, Avalambaka, Bodhaka, Tarpaka e Slesaka.
    I dosha consentono di classificare le tendenze psicofisiche presenti nel corpo e le disfunzioni che ne possono derivare. Secondo l'ayurveda le patologie nascono quando si vengono a creare degli squilibri nei dosha (vikriti); l'individuazione degli squilibri in un dosha, corrispondente alla diagnosi, conducono a trovare i rimedi per ristabilirne lo stato di equilibrio individuale (prakriti) e quindi la guarigione. Le principali cause di squilibrio dei dosha sono tre:
    ◾il prajna-aparadha, ovvero l'errore dell'intelletto che si concretizza nel ripetere azioni, tenere atteggiamenti che, pur sapendo intrinsecamente sbagliati, vengono perpetuati in nome di desideri o pulsioni materiali;
    ◾il kala-parinama, ovvero le oscillazioni dei dosha all'interno del giorno, delle stagioni e della vita;
    ◾l'asatmyendriyartha-samyoga, ovvero l'errato uso dei sensi, intendendo con questo un uso improprio in eccesso o difetto dei sensi.

    Terapie ayurvediche.

    L'Ayurveda prevede la propria terapia attraverso 5 azioni differenti volte a riequilibrare i dosha (quando necessario), o rafforzarli, lavorando sullo stato di vikriti (malattia, squilibrio) al fine di ripristinare la prakriti (salute, equilibrio) della persona. Queste azioni comuni (che differiscono in tipologia, da una persona ad un'altra, anche se hanno la stessa patologia) secondo i propri Dosha sono:
    ◾Trattamenti da eseguire con olii medicati o polveri d'erbe presso un Terapista qualificato, alcuni dopo essere stati visitati da un Vaidya (Medico Ayurvedico).
    ◾Sostanze erboristiche naturali da assumere sotto forma di pastiglie o tisane secondo prescrizione.
    ◾Consigli alimentari corretti a seconda del proprio Dosha ('Lasciate che il cibo sia la vostra medicina e la vostra medicina sia il cibo' - Ippocrate).
    ◾Piccole abitudini di vita che possono davvero fare la differenza.
    ◾Esercizio fisico appropriato solitamente yoga e tecniche di rilassamento e respirazione profonda.

    Utilizzo di metalli tossici.

    Nella medicina ayurvedica è presente la pratica di aggiungere metalli (cosiddetta Rasa shastra) ai composti farmaceutici. Tali metalli tuttavia possono avere natura tossica per l'uomo come ad esempio il piombo, l'arsenico, il mercurio. Nei testi tradizionali ayurvedici sono riportati eventi avversi causati dai prodotti, tuttavia i praticanti sono piuttosto restii ad ammettere tale possibile tossicità dei rimedi ayurvedici.

    Uno studio del 1990 sulla medicina ayurvedica in India mostrava che il 41% dei prodotti testati conteneva arsenico e il 64% conteneva piombo e mercurio. Uno studio del 2004 riportava la presenza di metalli pesanti nel 20% delle preparazioni ayurvediche realizzate nel sud dell'Asia e vendute nella città di Boston; tale studio conclude che i rimedi ayurvedici possono essere rischiosi per la salute e dovrebbero essere sempre testati per verificare la presenza di metalli tossici per l'uomo. Uno studio del 2008 confermava la presenza di metalli tossici in circa il 20% dei rimedi analizzati.[5][10][11] Nel 2012 il Centers for Disease Control and Prevention statunitense segnalò i rimedi ayurvedici come fonte di avvelenamento di alcune donne incinte.

    Coloro che credono nella medicina ayurvedica ritengono che la tossicità di questi metalli sia ridotta attraverso i processi di purificazione come il samskaras o lo shodhanas.

    In seguito alle preoccupazioni emerse in relazione a tali rimedi, l'India ha statuito che i prodotti ayurvedici debbano indicare in etichetta la quantità di metalli contenuta;tuttavia una pubblicazione dell'Indian Academy of Sciences nota come l'assenza di controlli post produzione, così come la scarsa validità dei test di laboratorio effettuati, rendono la norma di difficile applicazione e di scarsa affidabilità.

    Panchakarma.

    Panchakarma è la procedura principale di disintossicazione oppure il trattamento di purificazione del corpo di una cura Ayurveda. Vari metodi aiutano ad eliminare le accumulazioni tossiche, pezzi d'alimentazione in digeriti (mala) e sostanze inquinanti (ama). L'altra parte della cura ayurvedica si occupa della disintossicazione mentale (ad es. brutte esperienze, temi stressanti, conflitti difficili da superare, ecc.).

    La cura ayurvedica serve a restituire lo stato originale di energia e di salute (i tre dosha vata, pitta e kapha) e il suo intero processo si divide in tre fasi[2]:
    1.Puvakarma - pre-trattamento, trattamenti esterni ed interni
    2.Panchakarma - trattamento principale
    3.Paschatkarma - post-trattamento, fase di rigenerazione

    La parola panchakarma (sanscrito: पञ्चकर्म) si compone dalle due parole pancha che significa cinque e karma che significa azione. Infatti il panchakarma implica cinque diversi trattamenti (azioni) per la purificazione del corpo che vengono effettuati con maggiore o minore intensità, secondo i motivi e le condizioni di salute della persona. Le essenziali cinque azioni di purificazione per eliminare i tossici dal corpo sono:

    1.vomito (vamana)
    2.purga (virechana)
    3.clistere (basti)
    4.pulizia delle cavità nasali (nasya)
    5.terapia di purificazione del sangue (raktamokshana)

    All'occidentale o precisamente per gli ospiti occidentali gli esperti usano normalmente una terapia più leggera del panchakarma che non include il vomito o la purificazione del sangue. Un'alternativa possibile al vomito è la purgazione.

    Per supportare l'efficacia di panchakarma l'alimentazione deve corrispondere al tipo individuale di costituzione ed altri trattamenti e tecniche di rilassamento saranno utili, ad es. dieta leggera e bilanciata, trattamenti di oliazione interna (con il cibo) ed esterna tramite diversi tipi di massaggi con olio e in conclusione riposo.

    Una cura classica può durare da (7-) 14 a 21 giorni.

    😊

    Edited by Huginn&Muninn - 24/2/2016, 20:38
     
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    Spostato in "magia teorica e scuole di pensiero", mi sembra stia meglio qui e sia anche più visibile ^^
     
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    Grazie😊
     
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