I Libri esoterici piu famosi e utilizzati.

Libreria Esoterica

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    Libri, manoscritti e citazioni su illustri scrittori, pensatori, esoterici del passato.
    Non si tratta di libri comuni che si possono trovare sulle bancarelle o nelle librerie di oggi, anche se alcuni di essi è possibile trovarli ancora abbastanza facilmente essendo sfuggiti alla impietosa mannaia della censura, altri invece sono da considerarsi, purtroppo, proibiti o perduti.
    Chi ne possiede gli originali se li tiene assai stretti perché hanno un grande valore sia perché sono molto antichi e rientrano nella categoria dei libri di antiquariato, sia perché racchiudono saggezze che non hanno tempo e che sfidano il tempo. Alcuni dei libri qui trattati e descritti si possono ancora trovare in commercio anche in versione ristampa anastatica. Questi sono libri composti da pagine piene di mistero e possiedono le chiavi per conoscere la Vera Magia.


    ALMADEL

    L'Almadel è un antico libro di Magia Bianca il cui originale ebraico viene fatto risalire direttamente e Re Salomone.
    A differenza di altri Grimori non ha subito rimaneggiamenti da parte della Chiesa durante tutti questi secoli anche perchè in esso non si trovano riferimenti demoniaci ma bensì tratta delle potenze angeliche, che dominano i 4 punti cardinali chiamati "torri" o "parti del mondo", e il modo di servirsene, in nome dell'Altissimo, a favore sia del prossimo che a favore personale, per l'ottenimento di qualsiasi desiderio che non sia mosso da sentimenti di rivalsa o perfidia.
    In realtà si tratta dell'ultima parte meno conosciuta del Lemegeton, il trattato sulle evocazioni sia demoniache che angeliche, e in particolare descrive il modo di realizzare un talismano, l' Almadel, impiegato per l'evocazione degli spiriti angelici, associato ad altri strumenti particolari come i colori, le erbe, le candele, gli incensi, le pietre e i Salmi a loro collegati. Come insegna la legge ermetica "Come in alto così in basso", scopriamo che il mondo fisico è strettamente collegato con i Mondi Superiori oltre che esserne un riflesso.
    In magia questa viene definita Legge Analogica o delle Corrispondenze. Attraverso di essa si comprende quanto il riflesso angelico si rispecchi in molte cose del nostro mondo e che quindi essi sono molto più vicini a noi di quanto crediamo. Questo libro fu scritto per trovare la strada per comunicare con gli Angeli e renderli intercessori tra noi e la nostra elevazione spirituale che passa anche attraverso le soddisfazioni lecite terrene.

    "Non pregate per ottenere alcuna cosa che sia contraria a Dio e alle Sue leggi, bensì ciò che Dio accorda secondo la consuetudine o il corso della natura: questo potete desiderarlo e ottenerlo. ... Rammenta che vi sono dodici Prìncipi, oltre a quelli delle quattro Parti del mondo; e si spartiscono tra loro gli offici, e ognuno governa trenta giorni ogni anno. Sarà vano chiamare uno degli Angeli, se non è il tempo di colui che lo governa.
    Perché ogni Coro o Torre ha il suo tempo limitato, secondo i dodici segni dello zodiaco; ed è in quel Segno del Sole che quell’Angelo o gli Angeli appartenenti al Segno hanno dominio. ... I Cori hanno nome e carattere formato dalla sostanza dei cieli. Perché quando gli Angeli odono i nomi di Dio che sono loro attribuiti, li odono in virtù di tale carattere. Perciò è vano chiamare qualunque Angelo o Spirito, a meno che non si sappia con quale nome chiamarlo."

    Armadel

    La prima stesura manoscritta del Grimorio Armadel risale al 1625 e riportava questo titolo:
    "LIBER ARMADEL SEU TOTIUS CABALAE PERFECTISSIMA BREVISSIMA ET INFALLIBILIS SCIENTIA TAM SPECULATIVA QUAM PRATIQUA".La traduzione di tale manoscritto, conservato oggi nella biblioteca dell'Arsenale di Parigi, viene redatta da Samuel Liddell Mac Gregor Mathers, uno degli organizzatori dell'Ordine Ermetico della Golden Down, che però non si decise mai alla sua pubblicazione.
    Solo nel 1980 copie del volume fanno la loro prima comparsa in Inghilterra e successivamente in America.
    Il Grimorio Armadel non è da non confondere con l’Almadel che tratta invece delle potenze angeliche che dominano i 4 punti cardinali chiamati "torri" e che illustra le modalità per potersene servirsene a favore sia del prossimo che per favore personale, ma sempre per l'ottenimento di qualsiasi desiderio che non sia mosso da sentimenti di rivalsa o perfidia.
    ( L’Almadel è l’ultima parte meno conosciuta del Lemegeton,).
    L’Armadel, invece, tratta delll'evocazione degli Spiriti e come porli al servizio del mago e molti passi sono stati tratti dal Grimorium Verum, anche se questo Grimorio trattava di patti mentre nell’Armadel non si fa menzione di patti ma semplicemente di utilizzo di forze.
    Qui, oltre ai quattro Angeli riferiti ai quattro punti cardinali e quindi ai quattro Elementi, si trovano anche una serie di entità chiamate con i nomi alfabetici ebraici dei numeri da 1 a 9 e dello Spirito Planetario Bartzabel.

    Arnaldo da Villanova

    Quasi alla fine del Cinquecento torna in auge Arnaldo da Villanova, eminente studioso medievale le cui opere evidentemente hanno ancora un profondo fascino, malgrado la scienza sperimentale ormai si avvii a scardinare le vecchie concezioni mediche e naturali descrittive alle quali sembra appartenere il Tractatus. Il quale non è che un una summa delle opere scritte dal grande pensatore medievale, da quelle più piccole scritte in forma epistolare al re aragonese a quelle più sostanziose dove vengono illustrati i concetti relativi alla medicina secondo i canoni in auge nell'ambito della Scuola salernitana.
    L'opera comincia con l'esposizione delle visioni che si hanno nei sogni e con il trattatello contro i malefici. Segue il Thesaurus thesaurorum in 32 capitoli che praticamente è un trattato di alchimia in cui si parla, tra l'altro, di pitra filosofale e del suo processo di estrazione, argomento questo che sembra aver avuto un certo fascino anche in tempi non sospetti a giudicare dalle chiose aggiunte brevi mano a latere.
    Il Novum lumen riprende l'argomento in 9 capitoli.
    Vi si trovano poi i Sigilla, trattatello di astrologia medica, uno per ogni segno con tutte le proprietà che ne derivano, un'epistola sulle perle, un'altra sull'alchimia, poi il De iudiciis infirmitatum, un trattato di astrologia in 11 capitoli, la Cathena aurea e il Testamentum.

    Segue poi il corposo Pratica Aurea Medicinalis, ovvero il De Regimen sanitatis, in 46 capitoli, un trattato di medicina, fisiologia e dietetica in cui si illustrano tutte le parti del corpo con le norme per mantenerle in salute. In questo libro, capitoli 12-16, si parla di legumi, frutti, erbe e verdure, radici e funghi.
    Altri contributi riportati, a seguire, sono il De conservatione sanitatis, il De conservatione iuventutis et retardatione secectutis, Medicines regales sive Descriptiones receptum, De regimen castra sequentium e quindi il Commentum in Regimen Salernitanum, un trattatello critico delle prescrizioni del Regimen salernitanum. Alla fine di questo libro si legge:
    Hoc opus potatur quod flos medicinae vocatur. Explicit reginmen sanitatis, compositum a D. Arnaldo Villanovano, omnium medicorum viventium gemma. Altri contributi sono il De parte operativa, De phlebotomia, De cautelis medicorum, le Medicationi parabolae (20 aforismi per il medico), e poi la Doctrina secunda (41 aforismi), la Doctrina tertia e quarta, le Regulae curationis e le Regulae generales, la Doctrina aphorismorum e le Tabulae.
    La seconda parte del Tractatus è interamente dedicata
    alla trascrizione della Praxis medicinalis, in vari libri,
    un trattato vero e proprio di medicina e di tossicologia
    (un capitolo sotanzioso è dedicato ai veleni).
    Manca al Tractatus il carattere di revisione critica,
    dal momento che si presenta semplicemente
    come una riedizione delle opere arnaldiane:
    sotto questo punto di vista però, data la sua
    completezza, non fa che rimettere in luce
    il pensiero del filosofo medievale nella sua globalità

    ASTRONOMICON

    Astronomicon, di Marco Manilio, annoverato tra i maggiori poeti di Roma, non si conosce assolutamente nulla; la storia non ci riporta alcun dato sulla sua esistenza terrena a parte che sotto il suo nome è giunto sino a noi l'importante poema dell'età Augustea:
    " L'Astronomicon ". Questo schema apparve per la prima volta nell’Astronomicon, il più antico trattato latino sull’Astrologia. Su queste semplici basi si sono strutturate le argomentazioni degli antichi, fino al a noi giunto in diciassette trattati in lingua greca costruiti sotto forma di dialogo e fatti risalire al mitico Ermete Trismegisto ma che sicuramente venne redatto nei primi secoli dopo Cristo, tradotto poi quasi integralmente da Marsilio Ficino.

    'Astronomicon è un opera che possiede un alto valore letterario, ma più che alla forma poetica, l'interesse suscitato da questa opera, riguarda il suo contenuto considerando anche quanto rari siano i documenti che l'antichità classica ci ha conservato al riguardo delle antiche dottrine celesti.
    Nell'opera si narra, con accenti ispirati, all'origine del mondo, riportando opinioni di varie scuole filosofiche e vengono poi considerate le proprietà che venivano attribuite ai diversi corpi celesti e quindi sugli oroscopi e sugli influssi che le costellazioni esercitavano sugli eventi umani.

    Nell'antichità Astronomia e Astrologia non erano due materie rigidamente separate e questo poema, completato da tavole celesti, si rivela ancora oggi un'opera fondamentale e da approfondire per tutti
    coloro che vogliono avvicinarsi al mondo delle stelle.

    I BENANDANTI

    Era credenza nel medioevo che gli adoratori del male avessero ottenuto in dono dal maligno il potere di creare le tempeste e di far mutare a loro piacimento le condizioni atmosferiche.
    Ma non tutti coloro che erano dediti alle arti magiche potevano rientrare in questa categoria di praticanti maligni perchè vi era anche un gruppo di maghi, chiamati i benandanti, che li combattevano. I benandanti erano i maghi benefici diffusi principalmente nel Friuli.
    Hanno suscitato perticolare interesse poiché essi rappresentavano un fenomeno incomprensibile per la Chiesa.
    Non si opponevano infatti, ad essa, ma anzi cercavano di dare il proprio contributo alla salvezza delle anime nel senso cristiano del termine.
    Per questo motivo i benandanti andavano ai raduni delle streghe e combattevano con esse utilizzando rami di finocchio, contro le canne di sorgo degli avversari.
    Si diceva che Benandanti si nasce, e il marchio che li contraddistingueva dagli altri neonati era "la camicia" (la camicia del feto [o placenta] era nota sia in oriente che in occidente per le sue implicazioni magiche).

    Era credenza che in certe notti particolari l'anima del benandante uscisse dal corpo per partecipare ad incontri con altri benandanti onde rimediare ai danni commessi da streghe e stregoni malefici.
    In questo caso, l'anima al suo ritorno doveva trovare il corpo nelle stesse condizioni in cui lo aveva lasciato, o non sarebbe più riuscita a rientrarvi.
    Nonostante il loro carattere benefico, la Chiesa perseguitò ugualmente i benandanti, facendo confessare loro raduni con il diavolo e riti malefici.
    Un'altra caratteristica degna di nota dei Benandanti sta nella percentuale insolitamente alta di uomini mentre nel resto dell'Europa le streghe perseguitate erano donne nella quasi assoluta totalità dei casi.

    Canon Episcopi

    Il Canon Episcopi era una breve istruzione data ai vescovi sull’atteggiamento da assumere nei confronti della strega della “Società di Diana”, ed è stato il punto di riferimento e forse di avvio della vasta letteratura demonologica che ha preceduto e accompagnato la “Caccia alle Streghe”. Il documento canonico pur demonizzando la superstizione di sapore pagano che faceva sì che alcune donne volassero nella notte al seguito di Diana, esprime scetticismo sulla reale possibilità di tale avvenimento. E’ una fonte importante, ufficialmente riconosciuta come la più antica per storia delle streghe e del loro volo notturno, cui la Chiesa conferì prestigio e autorità. Per tutto il Medioevo il Canon Episcopi fu attribuito al concilio di Ancira del 314, quando, invece, trattasi di un testo più tardo, probabilmente inserito in alcun testi Carolingi nel’ 867 (tra i frammenti dei capitolari di Ludovico II.
    La dea Diana occupa un posto privilegiato all’interno delle superstizioni medievali, bandite dalla Chiesa e assimilate alla magia e all’astrologia. Nel mondo pagano, infatti, Diana era la dea delle nascite e della fertilità, venerata originariamente nel bosco di Nemi a lei sacro, e in seguito considerata protettrice della Luna, astro legato alla donna per la ciclicità in cui si manifesta, essa amava la notte ed incarnava, nello stesso tempo, una delle forme della triplice Ecate, la dea della magia adorata con riti misterici, atti soprattutto ad eccitare l’immaginazione.
    Ecate, onorata da Efeso con danze di donne, incarnava gli spettri e i fantasmi della terra, ma amava soprattutto apparire di notte insieme alla schiera delle sue seguaci, anime senza sepoltura o morte anzitempo, in cerca di pace. La Diana italica, fusasi con Ecate, sopravvive nel mondo cristianizzato del Medioevo, come attestano, oltre al Canon, fonti storiche e letterarie. Erodiate, a sua volta viene affiancata a Diana in quanto, secondo una leggenda medievale, la figlia di Erode (chiamata col nome della madre Erodiate, invece che con il proprio, Salomè) era stata condannata a vagare in compagnia dello spirito maligno in quanto, secondo il racconto evangelico, aveva chiesto ad Erode la testa di Giovanni Battista, dopo essere stata istigata dalla madre, donna ambiziosa e dissoluta. Sempre secondo la leggenda, il culto a lei offerto mitigava la sua pena.
    Queste dee dell’ombra, che volavano in silenzio nella notte, benché proscritte dalla Chiesa come tutte divinità pagane, erano però considerate come esseri buoni, da avvicinarsi come le Fate o alle Elbe tedesche, e le loro seguaci, agli occhi della Chiesa medievale, erano soltanto vittime di illusioni diaboliche, lontane da qualsiasi patto con il diavolo che potesse giustificare una severa persecuzione. Il carattere sostanzialmente benefico della “Società di Diana” andò offuscandosi a partire dal XII° secolo, quando la credenza nelle streghe malefiche, dedite esclusivamente ad atti criminali che danneggiavano uomini e beni materiali, come vuole la tradizione classica, si sovrappone a quella delle seguaci di Diana. Saranno i demonologi del XV° secolo, per lo più teologi e inquisitori domenicani, ad imprimere un’inversione di rotta a quell’atteggiamento fino ad ora assunto dalla Chiesa: essi si adopereranno a dimostrare la reale presenza diabolica nell’antico rito e la consapevole complicità delle donne che vi partecipano.
    Le loro sofisticate trattazioni affondano le radici nella lotta intrapresa dalla Chiesa contro la magia, distinta nel 1398 in naturale ed eretica, e contro l’eresia catara.
    Fondamentalmente questo processo di demonizzazione fu la dimostrazione della realtà del volo notturno, infatti, se le streghe si fossero realmente recate in volo ai raduni, allora anche il sabba, il patto con il diavolo, i malefici ed ogni turpitudine avrebbero acquistato consistenza. Ecco perché il Canon Episcopi è un punto di riferimento importante per i “difensori” delle streghe, esso rappresenta l’autorevole dimostrazione dell’illusorietà delle confessioni; per i “cacciatori” di streghe, invece, l’autorità del Canon non contraddice la moderna interpretazione della stregoneria, fenomeno da essi ritenuto del tutto diverso da quello menzionato dall’antico documento canonico, anche se in esso affonda le sue radici. Un abile gioco di sponda, quelli dei demonologi, sorretto da arditi sofismi che ebbero una grande e tragica incidenza nella storia.

    La Clavicula Salomonis

    E' sicuramente il trattato magico più diffuso e conosciuto di tutta l'area mediterranea. La sua popolarità è dovuta anche al fatto che esso è un vero e proprio manuale pratico di magia che accompagna passo per passo l'aspirante mago: descrivere come preparare se stesso e gli strumenti per le operazioni di magia, quali formule impiegare, di quali simboli e sigilli munirsi per difesa, come conversare con gli spirirti evocati, ed infine cosa chiedere.

    clavicola



    Le origini della Clavicula sono di certo molto antiche. Molte delle cerimonie e dei rituali descritti sono molto simili a quelli utilizzati dai, caldei, dai babilonesi e dagli ebrei. Tuttavia l'atrribuzione del testo al re Salomone è da considerarsi senza dubbio leggendaria.
    La prima citazione storica certa della Clavicula risale allo storico ebreo Giuseppe Flavio, vissuto nel primo secolo d.C.
    Successivamente fu citato dallo storico bizantino Michele Psello, e poi ancora ne Le Grand Albert, attribuito ad Alberto Magno, in cui sono riportate delle formule attribuite ad un certo Aronne Isacco,mago di corte dell'imperatore di Bisanzio Manuele I Comneno, che le aveva tratte a sua volta da un testo antichissimo, che con tutta probabilità era proprio il testo che oggi va sotto il nome di Clavicula Salomonis.
    Della Clavicula esistono, proprio per la sua grande diffusione, copie in differenti lingue, dal francese all'italiano, dal'inglese al tedesco. La maggior parte di questi manoscritti è custodita nel British Museum di Londra o nella Biblioteca dell'Arsenale a Parigi; altri invece fanno parte di collezioni private o di biblioteche sparse un pò in tutto il mondo.
    Per il suo carattere evocatorio e diabolico, la Clavicula venne proibita nel 1559 dall'Inquisizione come opera pericolosa. Nonostante questo, però, la prima copia stampata fece la sua apparizione a Roma nel 1629.

    Compendium Maleficarum

    La stesura del Compendium Maleficarum la si deve a Francesco Maria Guaccio che nel 1608 ne completò i minuziosi lavori.
    Egli era un frate dell'ordine di Sant'Ambrogio ad Nemus e nel 1605 ebbe forse, ma la cosa non è certa,
    il primo contatto con il demonio in quanto fu chiamato al capezzale del duca Guglielmo III, duca di Julich-Clevenberg, che soffriva di una strana malattia, con sintomatologie che per l'epoca erano considerate chiari prove di possessione diabolica.
    l'idea del Compendium nasce probabilmente in quel periodo.
    E' scritto in latino e si arricchisce di citazioni su svariate fonti per consentire al lettore di orientarsi con sicurezza nella scottante materia trattata.
    Il volume si completa con 31 xilografie che riassumono in suggestive immagini i tratti più essenziali descritti nelle pagine.
    Copia di questo trattato inquisitorio, che ben si accompagna con l'altro trattato forse più famoso,
    IL MALLEUS MALEFICARUM, (trattato anch'esso compreso in questa biblioteca) è conservata nella Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli.

    De septem secundeis
    (Delle seconde cause)
    Johannes Trithemius (1462-1516)


    Trattato delle sette seconde cause ovvero le intelligenze o spiriti.
    Piccolo libro della scienza e conoscenza segreta, delle cause seconde o intelligenze, reggitrici del mondo appresso Dio. L’abate Johannes Trithemius (1462-1516) scrisse questo trattato verso il 1508 e vi indicava i nomi degli Spiriti o Angeli legati ai geni planetari e al loro governo terreno che ciclicamente si rinnova.
    Questo mondo inferiore, microcosmo terreno, è governato da un’intelligenza superiore, Dio, ed è diretto ed ordinato da secondarie intelligenze, da 7 spiriti: Orifiel, Anael, Zachariel, Raphael, Samael, Gabriel, Michael, nominati come presiedenti ai 7 pianeti: Saturno, Venere, Giove, Mercurio, Marte, Luna, Sole.

    Ogni spirito governa il mondo per 354. anni e quattro mesi iniziando dal giorno della sua creazione e poi a ruota essi riprendono il dominio, successivamente, iniziando di nuovo nello stesso ordine di inizio.

    Tratto dal De Septem Secundeis

    "Il primo Angelo è lo spirito di Saturno denominato Orifiel, (in ebraico significa cielo o nembo di Dio) al quale Dio ha concesso il governo del mondo dall'inizio della creazione e ha cominciato il suo governo in marzo equinozio di primavera, giorno in cui il sole entra nel segno dell’ariete), durante il primo anno del mondo ed esso ha resistito 354 anni e 4 mesi.
    Sotto il suo dominio gli uomini erano rudi e selvaggi ed hanno fatto insediamenti nel deserto come delle bestie..."

    I Grimori del passato

    Il Grand Grimoire
    Il Grimorium Verum
    Il Libro di Onorio
    Aptolcater
    Il Magnus
    Il Corvo Nero
    Almadel
    Enchiridion
    Chiave di Salomone


    I Grimori possono essere definiti come i Formulari di Alta Magia in uso presso i Maghi e gli Occultisti dei secoli passati, attraverso i quali essi attuavano le loro sperienze.
    Originariamente questi testi circolavano sotto forma manoscritta ed era quasi obbligatorio (per motivi che possiamo ben capire) che il Mago ricopiasse accuratamente di propria mano ciascun Grimorio.
    Molti ancora oggi utilizzano questi testi, ricordiamo sempre che essi appartengono ad un passato che a sua volta era espressione di una condizione sociale ed umana molto diversa dalla nostra, ricordiamo anche come siano passati sotto la falce del Cristianesimo che molto fece al fine di spogliarli della loro primitiva forma se non addirittura per bandirli completamente; teniamo anche presente il linguaggio allegorico espresso dagli autori durante la redazione, linguaggio in parte dovuto alla paura dell'inquisizione e della censura imperanti, in parte per conservare quel senso di potenza e di riservatezza che comunque doveva essere rivolto a pochi. Quindi non sono testi da prendere alla lettera ma compresi nella loro essenza.
    A scopo informativo riportiamo di seguito i principali Grimori compresi quelli meno conosciuti. Inseriamo anche un accenno ai contenuti e alla loro storia.

    Il Magus di Francis Barrett è meglio conosciuto come Il Celeste Investigatore oppure Sistema Completo di Filosofia Occulta, si tratta di un grosso volume illustrato apparso a Londra nel 1801 ed a differenza di tutti gli altri Grimori si presenta come una specie di enciclopedia delle Scienze Occulte, senza trascurare alcun riferimento o dottrina. Tutto questo è dovuto anche al fatto che Barrett fu uno dei primi studiosi delle discipline occulte, studio svolto con l'intento di raccogliere e riunire tutto ciò che era stato scritto in precedenza cercando di dare una voce unica a tutta la materia; il libro si divide in due parti, nella prima si affrontano le materie della Magia Naturale, dell'Alchimia e della Magia Talismanica, nella seconda parte si parla di Magnetismo, Magia Cabalistica, Magia Cerimoniale, Teurgia ed evocazione di Spiriti Angelici.
    Una delle cose importanti del Magus è che l'autore non si limita soltanto a spiegare i Rituali e tutti i vari passi di ogni disciplina ma ne rivela anche le conseguenze, spiegando quindi sostanzialmente cosa accade dopo l'apparizione di uno Spirito o durante la conversazione con una Entità, tutti argomenti praticamente assenti nei testi antichi.

    Enchiridion - Questo testo viene comunemente attribuito a Papa Leone III che regnò dal 795 all'816 e secondo la tradizione lo inviò a Carlo magno come il più prezioso dei doni che un regnante potesse ricevere.La prima edizione a stampa dell'Enchiridion risale al 1523 e mostra una raccolta di formule magiche sotto forma di orazioni con lo scopo di dominare sia le cose non create che le cose spirituali; in aggiunta troviamo una grossa quantità di pentacoli di derivazione cabalistica, di consacrazioni e di esorcismi.Scopo finale del libro è quello di ottenere (solo si si è sorretti dalla fede) una parte del potere della divinità al fine di dominare sul regno delle Tenebre e di trovare aiuto nelle difficoltà della vita; non ci stupisca l'attribuzione di un Grimorio proprio ad un Papa della Chiesa Cattolica, non dimentichiamoci che la perdita del misticismo nel Cristianesimo è cosa abbastanza recente e che un tempo non si faceva segreto delle origini e delle assunzioni pagane in seno alla Chiesa.

    La Teosophia Pneumatica venne pubblicata nel 1686 a Francoforte, nello stesso volume che conteneva la traduzione tedesca dell'Arbatel. Il libro si basa per la maggior parte sugli insegnamenti di Paracelso e tratta della medicina trascendentale basata sulla Triplice Natura dell'uomo (corpo, anima e spirito); in questo senso le malattie non sono soltanto dei difetti del corpo ma derivano anche dall'incostanza dell'anima o dallo spirito che si allontana dalla luce divina. L'autore è incerto ma la dottrina esposta segnò nel periodo l'unico tentativo di avvicinamento tra la dottrina magica e la scienza ufficiale.

    Il Libro di Onorio, meglio conosciuto come Grimorium Honorii Magni, risale probabilmente alla seconda metà del 1500 ma venne pubblicato per la prima volta in latino a Roma nel 1629, mentre esiste una traduzione in francese stampata sempre a Roma nel 1670.
    Insieme al Grand Grimorium ha una fama sinistra e diabolica sia per i sacrifici di sangue richiesti durante i rituali sia perchè si rifà in parte a concetti prettamente cristiani che sicuramente all'epoca vennero ritenuti particolarmente blasfemi. Secondo l'intestazione il Libro sarebbe in realtà la trasposizione di una Bolla Papale emessa da Onorio III il Grande (successore di Innocenzo III che regnò tra il 1216 ed il 1227) con l'intenzione di dare a tutti i cristiani la facoltà e la possibilità di evocare e comandare i Demoni.
    Da notare come nel Libro non si faccia espressamente riferimento al Diavolo così come inteso nella dottrina Cristiana bensì a personificazioni di forze magiche che posseggono polarità opposte, bene e male, così come tutte le componenti dell'universo, in effetti il concetto di Diavolo risulta essere una trasposizione abbastanza semplicistica di un qualcosa che nella Bibbia non esiste assolutamente, così come non esiste nell'Alta Magia Tradizionale.
    I Rituali non si discostano molto da quelli contenuti negli altri Grimori, tranne per la loro caratteristica "Cristiana", per l'ascolto della Santa Messa e per un particolare abbastanza innovativo a quel tempo, cioè l'identificazione dell'Officiante sia con Dio stesso che con l'entità evocata

    Il Grand Grimoire viene considerato il Libro più autorevole per quanto riguarda i Patti con il Diavolo e le evocazioni diaboliche, la data della sua redazione rimane ancora incerta non essendo stati trovati manoscritti antecedenti la prima stampa che avvenne in Francia agli inizi del 1800.

    Sequenzialmente si ritiene posteriore al Grimorium Verum visto che ne riprende le Gerarchie Infernali ma si notano anche molti riferimenti al Lemegeton e riguardo a questo libro tutti concordano che esso fosse già conosciuto nel 1500. Il Grimorium Verum viene attribuito per tradizione al veneziano Antonio del Rabbino il quale scrive di essersi basato per la redazione sugli scritti autografi di Salomone e divide il Grimorio in due parti, nella prima spiega dettagliatamente il rito per l'evocazione di Lucifuge Rofocale mentre mentre nella seconda si parla dei patti da stringere con i Demoni in cambio della propria anima e del proprio corpo.
    E' da notare proprio in questa ultima parte l'attenzione che viene data dall'autore alla compilazione dei cosiddetti contratti, il patto scritto che poi è entrato nell'immaginario popolare, soprattutto riguardo le eventuali scappatoie e doppi sensi ai fini di non rispettare alla fine il patto stesso. A completamento dell'opera viene riportata una serie di segreti magici che sono in realtà antichi rimedi di medicina di campagna ripresi probabilmente da qualche libro in voga durante il Medio Evo.

    Il Grimorium Verum venne tradotto dall'ebraico da Plangière, un Domenicano dell'Ordine dei Gesuiti, con l'aggiunta di alcuni segreti contenuti nella Clavicola di Salomone.
    Nella prima parte sono contenuti alcuni Caratteri e Sigilli usati per l'evocazione ed il patteggiamento con gli Spiriti; si tratta per la maggior parte di Spiriti Elementari, prevalentemente appartenenti alla sfera del Fuoco.
    Nella seconda parte si espongono alcuni "Segreti Naturali e Soprannaturali" che si possono operare soltanto previa l'evocazione e l'aiuto di Demoni, facendo particolare attenzione agli inganni contenuti nei patti diabolici.
    La terza parte è dedicata alle chiavi dell'Opera ed al modo di usarle.
    Riepilogando il Libro si dirama come segue:
    PRIMA PARTE: Natura dei patti - Generi di Spiriti - Aspetto degli Spiriti - Invocazioni.
    SECONDA PARTE: Invocazione agli Spiriti e loro descrizione.
    TERZA PARTE: Operazione preparatoria ed esplicazione del Rituale.

    Il Grand Albert

    Chiamato anche Il Libro dei Segreti è una raccolta di ricette di magia naturale che vengono solitamente attribuite ad Alberto Magno (1205-1280), teologo cattolico.
    Le ricette riguardano le proprietà e le corrispondenze magiche di pietre e piante.
    Nel libro vi sono, inoltre, molte citazioni di un certo Aronne, mago alla corte
    imperiale di Bisanzio all'epoca in cui imperatore era Manuele I.
    Il libro è diviso in quattro parti:

    1. Sui poteri magici di alcune erbe

    2. Sui poteri magici di alcune pietre

    3. Sui poteri magici di alcuni animali

    4. Le meraviglie del mondo


    Esistono di questo testo diverse copie, sia manoscritte che stampate.

    Heptameron di Petri De Abano filosofo

    ELEMENTA MAGICA
    Di PETRI DE ABANO FILOSOFO


    Trattato dei nomi delle ore e degli angeli che le regolano, secondo il corso del cielo, di modo che quello spirito che presiede quel giorno e quella data ora possa essere evocato con l’ausilio dei suoi propri sigilli e delle sue formule per propiziare l’intendimento magico.L'HEPTAMERON è un manuale conciso di magia rituale publicato come appendice all'opera di Agrippa il DE OCCULTA FILOSOFIA.
    L'edizione redatta in latino risale al 1600 circa attribuita al famoso medico Pietro d'Abano (1250-1316)
    Heptameron ("sette giorni") è in pratica un dettagliato compendium di riti, evocazioni e scongiuri rivolti agli angeli legati ad ogni singolo giorno della settimana e quindi ai relativi pianeti chiamati TRONI, sui quali essi sono assisi.
    E' forse una delle fonti principali da cui fu attinto per la stesura del LEMEGETON.

    Ancora oggi, per la preziosità dei contenuti di questo trattato, le sue formule sono ampiemente usate nella pratica magica moderna.

    INDEX LIBRORUM PROHIBITORUM

    la prima edizione ufficiale dell’Index librorum prohibitorum venne pubblicata nel 1559 dalla Santa Congregazione dell’Inquisizione Romana, sotto Paolo IV, un Papa ricordato nella storia come sanguinario. La stesura della prima edizione viene comunque attribuita a Giovanni Della Porta autore
    del celebre Galateo che, nominato vescovo di Benevento, inizia le attività inquisitoriali.
    Successive disposizioni vennero rese pubbliche nel 1563 da Pio IV e da Pio V.
    Nel 1908 Pio X decretò che la congregazione incaricata di mantenere la purezza della fede cattolica assumesse il nome di "Sant’Uffizio" per abbandonare definitivamente quello di "inquisizione".
    l'ultima edizione dell'Iindice risale al 1948 per volere di Pio XII.
    Dal 1966, secondo la volontà di Paolo VI e le indicazioni del Concilio Vaticano II, l'Indice non è più operante e come legge, avente valore di norma, è destituita di ogni effetto.

    L'Index librorum prohibitorum altro non era che una lista che comprendeva una serie di nomi di
    autori, titoli di libri, l'elenco delle edizioni proibite della Bibbia e una nota di editori colpevoli di
    aver pubblicato libri eretici.

    In questa lista comparivano:

    Balzac, Berkeley, Cartesio, D’Alembert, Darwin, Defoe, Diderot, Dumas (padre e figlio), Flaubert, Heine, Hobbes, Hugo, Hume, Kant, Lessing, Locke, Malebranche, Stuart Mill, Montaigne, Montesquieu, Pascal, Proudhon, Rousseau, George Sand, Spinoza, Stendhal, Sterne, Voltaire, Zola. E tra gli italiani Aretino, Beccaria, Bruno, Benedetto Croce, D’Annunzio , Fogazzaro , Foscolo , Gentile, Giannone, Gioberti, Guicciardini, Leopardi , Marini, Minghetti, Monti , Ada Negri, Rosmini, Sacchetti, Sarpi, Savonarola, Settembrini, Tommaseo, Pietro Verri e anche il Teatro comico fiorentino; inoltre era all’Indice qualsiasi volume non autorizzato che trattasse di storia della massoneria o dell’Inquisizione e le versioni non cattoliche del Nuovo Testamento.

    Nel decennio successivo furono aggiunti tra gli altri:

    Simone de Beauvoir, Gide, Sartre e Moravia, il Decameron di Giovanni
    Boccaccio, Il Principe di Niccolò Machiavelli, e Il Novellino di Masuccio Salernitano.

    Il Levegeton

    Chiamato anche Piccola Chiave (in riferimento alla Clavicula Salomonis perchè attribuito anch'esso a Salomone), fu compilato molto probabilmente nel XVI secolo.
    E' ritenuto un grimorio impareggiabile per ciò che riguarda le evocazioni demoniache. Contiene infatti moltissime informazioni sui 72 Spiriti Demoniaci, i loro nomi e gradi, gli aspetti con cui si manifestano e si materializzano, i loro propri Sigilli, ecc.
    Fu utilizzato da grandi occultisti come Eliphas Levi, Aleister Crowley e Collin de Plancy.
    Del Levegeton ne esistono numerose copie manoscritte conservate alla Biblioteca dell'Arsenale a Parigi ed al British Museum a Londra.

    Liber Logaeth o Liber Sextus e Santus

    Questo manoscritto, conosciuto anche come LIBER SEXTUS ET SANCTUS, attualmente si trova esposto al British Museum.
    E' scritto in un alfabeto sconosciuto e molti lo identificano come il libro perduto di Enoch, anche se a tutt'oggi numerosi studiosi hanno tentato con pochi risultati di tradurre quella misteriosa lingua e quindi di dare una risposta certa a conferma di questa ipotesi.Famosi occultisti come John Dee, Aleister Crowley e altri usarono la lingua sconosciuta di questo manoscritto pare con successo, inserendone forse alcuni passi in qualche loro rituale. Il Liber Legath si dice essere stato scritto sotto dettatura o copiando i testi del sopracitato Libro di Enoch che e' comunque un testo a tutt'oggi consultabile, all'apparenza oggi incomprensibile nei suoi contenuti, a causa anche degli innumerevoli rimaneggiamenti perpetrati dalla chiesa a censura di questo che fu considerato, nei primi secoli dopo la nascita del Cristo, un testo fondamentale per la chiesa, alla pari con altri testi biblici.
    Frammenti del libro di Enoch si trovano anche nei vangeli degli apostoli benche' la chiesa, dopo il IV secolo, lo avesse relegato tra gli scritti apocrifi e quindi non ufficiali, in una posizione non più di rilievo e successivamente dimenticato.

    Oggi il Libro di Enoch è avvolto da un fitto mistero. La patina dei secoli e i rimaneggiamenti della chiesa lo hanno sfigurato e cio' che vi si legge appare come un racconto fantastico i cui personaggi, chiamati angeli o figli del cielo, vedendo le donne della terra se ne invaghiscono e decidono di rimanere sulla terra, vittime a tal punto del loro fascino, all'alba della nostra civilta'; per istruirle sui misteri dell'universo, delle scienze e sulla magia.
    Quindi, il LIBER LOGAETH sarebbe un insieme di questi insegnamenti scritti nella lingua degli angeli, in una lingua volutamente incomprensibile ma molto potente da chi ne fa uso in modo appropriato.
    Ma chi era Enoch? Enoch era il settimo dei 10 Patriarchi e padre di Matusalemme.
    Nel suo libro Enoch illustra l'incontro con gli angeli, i loro insegnamenti e numerosi viaggi da lui compiuti in un modo assolutamente particolare, come se li avesse compiuti a diversi metri di distanza dalla terra ... Gli studiosi di UFO potrebbero qui trovare terreno fertile per le loro ipotesi sugli extraterrestri che in tempi lontanissimi visitarono la terra e furono gli artefici della nostra istruzione e della nostra civilta'.
    Ma questa forse e' un'altra storia.

    Malleus maleficarum

    Il Malleus maleficarum, pubblicato nel 1486, fu il più popolare fra i manuali per cacciatori di streghe durante il XVI e XVII secolo. La sua stesura si deve a due frati tedeschi, Jacob Sprenger e Heinrich Kramer, persecutori d’eretici.
    Il Malleus forniva un avallo teologico alle superstizioni più grottesche e portò alla tortura e alla morte di migliaia di innocenti, soprattutto donne. Alle streghe si attribuiva un forte influsso sulla sessualità, e spesso le si riteneva responsabili di causare infatuazioni inopportune, impotenza e sterilità.
    Per cementare il loro patto con il diavolo, esse dovevano sovente avere rapporti sessuali con lui, mangiare bambini e fabbricare unguenti con i loro resti. Una volta stipulato il patto, i gesti magici della strega, erano un segnale per il demonio, che faceva accadere l’evento sottinteso. Il demonio era a disposizione della strega in ogni occasione.

    Le streghe accusate di malefici venivano di solito torturate finché confessavano, ma il Malleus raccomandava anche che le confessioni fossero estorte con promesse di clemenza che, però, venivano poi invariabilmente disattese.

    Il Mutus Liber

    Il Mutus Liber, un libro alchemico di cui Altus ne è l'autore, è un libro che si legge con il cuore e con le sensazioni e il ragionamento visto che non possiede parole ma solo immagini, come dice il titolo stesso: Mutus Liber - Libro Muto.
    Le uniche frasi si trovano nella prima nella penultima e nell'ultima pagina.
    Queste le parole sulla prima pagina: "MUTUS LIBER, IN QUO TAMEN tota Philosophia ermetica figuris hierogliphicis depingitur, ter optimo maximo Deo misericordi consecratus, solisque filiis artis dedicatus, autore eius nomen est Altus".
    21.11.82. Neg
    93.82.72. Neg
    82.81.33. Tued.

    E cioè: "Il libro muto, nel quale l'intera filosofia Ermetica viene rappresentata in forma di immagini geroglifiche, consacrato a Dio misericordioso, tre volte massimo ottimo, e dedicato ai soli figli dell'Arte, il cui autore ha nome Altus."La serie di numeri sono dei riferimenti al testo biblico e cioè 21.11.82 Neg si riferisce alla genesi, genesi abbreviata gen e la sigla è poi capovolta, così come i numeri equivalgono ai versetti indicati capovolti e quindi 21. 11. 82 diviene 28: 11,12 e 93 82 72 Neg corrisponde a Genesi 27:28,39 e 82 81 33 Tued corrisponde a Deuteronomio 33: 18,28
    L'autore fa riferimento a tre specifici passi della Bibbia in cui si sottolinea anche la presenza della rugiada celeste un ingrediente indicato come essenziale per il raggiungimento dell'opera.
    ella penultima raffigurazione invece troviamo la scritta:
    "Ora, Lege, Lege, Lege, Rilege, Labora et inveniens"Che tradotto dal latino diviene:"Prega, leggi, leggi, leggi, rileggi, lavora e troverai" e nell'ultima: "Dotato di occhi, ora ti allontani".
    Il libro si apre con la raffigurazione di due angeli e della scala di Giacobbe.
    Nelle raffigurazioni che seguono alla prima vengono descritte le fasi vere e proprie dell'opera alchemica mentre invece, nella raffigurazione di apertura, viene indicato lo stato che deve possedere colui che vuol "trasformare i vili metalli in oro", e cioè si riferisce alla ricerca della pietra grezza e alla purezza di cuore.
    La scala è il simbolo delle varie fasi che si susseguono (i 12 gradini) e che conduce verso la materia sublimata distaccata dal caos. Anche nell'ultima tavola vediamo la scala ma mentre nella prima essa, con i suoi 12 gradini rappresentanti le 12 fasi (1- calcinazione 2- congelazione 3- fissazione 4- soluzione 5- digestione 6- distillazione 7- sublimazione 8- separazione 9- cerazione 10- fermentazione 11- moltiplicazione 12- proiezione e i 12 segni dello zodiaco è posta all'impiedi come ad indicare la salita verso la sublimazione, nell'ultima tavola ritroviamo la scala adagiata a terra ad indicare che l'opera è stata compiuta e il fine raggiunto. L'uomo non ha più bisogno della scala e si trova sorretto da due angeli in ascesa verso il sole splendente della sua vittoria.
    le tavole mandano messaggi molto profondi ed è da notare come gli alchimisti impegnati nel lavoro siano sempre due, un uomo e una donna, forse ad indicare la legge degli opposti sempre presente in ogni cosa di questo mondo.
    Questo libro, a differenza di altri, è stato stampato anche in epoche successive alla prima uscita ed è possibile trovarlo anche oggi in commercio nelle librerie, in special modo quelle che trattano di argomenti magici e alchemici.

    Manoscritto Voynich

    I libri sono, per definizione, destinati ad essere letti.
    Ma questo non è certamente il caso del misterioso " Manoscritto Voynich", che prese il nome da Wilfred Voynich, un libraio antiquario americano, che acquistò la singolare opera nel 1912 da una scuola di gesuiti vicino Roma.
    Le sue origini e il suo autore restano ignoti, sebbene esso fosse accompagnato da una lettera del 19 agosto del 1666, di Johannes Marcus Marci, rettore dell'Università di Praga, ad Atanasio Kircher, uno studioso gesuita.
    Secondo la lettera, il manoscritto era opera dello scienziato del XIII secolo Ruggero Bacone.
    Il manoscritto, un volume in ottavo, di soli 15x23 cm, consiste in 204 pagine (altre 28 pagine sono andate perdute), ciascuna piena di disegni a colori e di annotazioni scritte a mano in un codice segreto. Nonostante gli sforzi degli studiosi, non si sa in che lingua sia scritto o cifrato, o quale fosse l'intento del suo autore.
    A prima vista si direbbe un erbaio medievale, che descrive la raccolta e la preparazione delle piante medicinali, con numerose mappe astronomiche e diagrammi, il tutto decorato da curiosi piccoli nudi femminili.
    Ma la maggior parte delle piante illustrate è immaginaria, una flora di pura invenzione.
    Quando la vedova di Voynich morì a 96 anni, nel 1960, il manoscritto fu acquistato da un altro libraio antiquario, che lo donò alla biblioteca dell'Università di Yale nel 1969, dove si trova tuttora, con i suoi segreti mai letti, in attesa di essere tradotti da qualche futuro scrittografo.

    Il Magick
    di Aleister Crowley

    "Noi sosteniamo che tutti gli atti devono essere uguali.
    La nostra fede in noi stessi e nella nostra volontà, il nostro amore per tutti gli aspetti del Tutto Assoluto”
    Il 12 ottobre 1875 in inghilterra nasce Edward Alexander Crowley, che successivamente diverrà famoso negli ambienti legati all'occultismo con il nome di ALEISTER CROWLEY, con il quale firmerà svariate pubblicazioni, o come "la Bestia", appellativo che egli conia personalmente per se stesso.
    Crowley fu uno dei più rilevanti esponenti dei movimenti magico-occulti dal XVIII secolo in avanti.
    Pittore, poeta, bisessuale, sperimentatore di droghe, conoscitore della magia egizia, della magia rossa e delle antiche dottrine iniziatiche dei Rosa+Croce.
    Negli anni '20 gli inglesi avrebbero detto di lui che: "è l'uomo più malvagio del mondo". Durante la sua esistenza nomade e tormentata scrisse svariati testi tra cui il Magick, un'opera in cui riverso' tutte le sue conoscenze sulla magia sexualis, lo yoga, l'alchimia e i culti misterici orientali.
    Il sottotitolo dell'opera fa chiaramente capire che tratta di argomenti teorici ma anche della pratica attiva.
    Adorato dai satanisti è questo un testo che ancora oggi fa discutere e incuriosire per i suoi contenuti "a tinte forti", ma considerato fondamentale, da chi procede sulla via della goetia.

    Necronomicon

    Secondo le credenze il libro fu scritto da Abdul Alhazred, un arabo ritenuto folle, e che venne poi tradotto in inglese da un certo Olaus Wormius che finì i suoi giorni bruciato sul rogo.
    Nel suo interno è possibile trovare tutta una serie di formule magiche per evocare i demoni e altre forze diaboliche e si dice, che nella versione originale, le pagine e le relative rilegature fossero di pelle umana prelevata da corpi di persone uccise dalla stregoneria.
    Inoltre pare che la lettura a voce alta di tale libro potesse evocare gli spiriti maligni e che alcune persone, dimenticatesi delle cautele, abbiano letto tale libro ad alta voce diventando poi vittime di incidenti orribili.
    Per questo esistono poche copie di questo libro e vengono custodite in famose biblioteche tra cui quella Vaticana e in stanze di sicurezza. Questo non è un libro destinato al pubblico ed è stato stampato principalmente per essere messo a disposizione di studiosi dell'occulto e sembra che le informazioni in esso contenute siano state riferite all'autore da forze soprannaturali.

    Howard Phillips Lovercraft nato nel 1890 a Providence nel Rhode Island, scrisse un'ottantina di racconti, romanzi, liriche e saggi per quasi la totalità nell'ambito della narrativa fantastica e dell'orrore. Quando morì all'età di 46 anni, gran parte della sua produzione era ancora inedita o pubblicata su riviste popolari ma ignorata dalla critica ufficiale.
    Il suo successo è postumo e legato soprattutto alla traduzione dei suoi testi nelle lingue europee. Oggi Lovercraft è divenuto l'oggetto di un vero e proprio culto letterario ed è riuscito ad influenzare la narrativa moderna soprannaturale.
    A lui molti attribuiscono in realtà la stesura del libro chiamato NECRONOMICON e quindi sarebbe tutto frutto della sua fervida fantasia. Altri invece asseriscono che Lovercraft, per la stesura del NECRONOMICON, si sia ispirato ad un vecchio manoscritto che fu realmente in suo possesso e che quindi tutto ciò che si trovava illustrato e descritto nel libro non fosse un'espressione di pura fantasia ma bensì fondato su matrici reali.

    Nessuno può dire con precisione quale sia la verità e certo mettere le mani sulla copia del Necronomicon custodita nelle segrete delle Biblioteche Vaticane, per constatare di persona che cosa vi sia scritto, non è umanamente possibile.

    Picatrix (Ghayat Al-Hakim) Magia medievale

    "Picatrix", trattato arabo attribuito a Maslama al-Magrîti, scritto in Egitto fra il 1047 e il 1051.
    Il libro tratta delle cosiddette simpatie fra le piante, le pietre, gli animali, i pianeti ecc... e sul modo di utilizzare questi elementi per scopi magici. Si parla anche della potenza delle immagini e dei sigilli qui attribuiti ad Ermete Trismegisto. Il testo, di origine medioevale, è considerato un trattato di magia talismanica ed evocatoria che in quei tempi, tradotto in latino e assumendo il nome di Picatrix, ebbe notevole successo negli ambienti esoterici e in particolar modo quando Cornelio Agrippa, Pico della Mirandola e Marsilio Ficino, massimi esponenti dell'Arte di quell'epoca iniziarono a studiarlo e a trarvi materialmente dei benefici. Oggi si puo' trovare questo testo in quasi tutte le librerie europee anche se, come altri testi del genere, anche il Picatrix puo' aver subito qualche rimaneggiamento nel corso dei secoli.
    In sintesi il Picatrix insegna come è possibile vaticinare su eventi futuri illustrando anche quali siano i momenti migliori, in armonia con le posizioni planetarie, per avvicinarsi a tale opera.
    Questo libro e i suoi contenuti influenzarono molto Pietro d’Abano, Marsilio Ficino, Enrico Cornelio Agrippa, Nostradamus ( per la generazione delle sue famose "quartine" ) e forse molti altri esoterici del passato.
    Alcune parti di questo libro sono conservate presso la Biblioteca dell'Arsenale a Parigi.
    Quelle che seguono sono due formule tratte da PICATRIX e le inseriamo solo a titolo di curiosità. Non è un invito alla prova in quanto potrebbe risultare pericoloso mettere in pratica quanto segue e informiamo altersì, tu che stai leggendo, che un tempo, sia per tenere nascoste le cose di magia agli occhi dei profani, sia per evitare tribunali inquisitori; ciò che veniva scritto doveva risultare puerile e risibile ma, ogni frammento di cio' che veniva scritto dagli antichi maghi e alchimisti, nascondeva sempre la sua verita' visibile, chiara e comprensibile, solo agli occhi degli iniziati.
    Quindi non ci è dato di sapere che cosa veramente indendesse l'autore del Picatrix con queste formule e non è sensato provare a giocare con testi da sempre ritenuti oscuri e di magia perlopiù nera.
    Incantesimi tratti dal Picatrix:

    "Per avere in casa una luce che brilli come argento: prendere una lucertola nera o verde, tagliatele la coda, seccatela e allora si troverà un liquido simile all'argento vivo. Imbevete di questo liquido uno stoppino posto in una lucerna di vetro o di ferro ed accendere la lampada.
    Tutto prenderà ben presto a brillare di un colore argentato."

    "Per toccare il fuoco fuoco senza scottarsi: prendere del succo di malva doppio e chiara d'uovo, seme di prezzemolo e calce finemente tritati e succo di abete. Con questo composto ungetevi il corpo o la mano e lasciate seccare. Ripetere l'unzione. A questo punto potrete toccare il fuoco senza scottarvi."

    STEGANOGRAPHIA

    L’Abate Tritemio scrisse questo testo attorno al 1500. La versione bruciata dalla chiesa si dice contenesse il segreto per comunicare a distanza senza utilizzare i metodi tradizionali dell'epoca, messaggeri o lettere, oltre che i codici cifrati ancora oggi consultabili anche se di difficile comprensione. Per la prima volta fu pubblicato nel 1606 a Francoforte e prima di quella data il testo era stato tramandato attraverso copie scritte a mano. Se si pensa a probabili cattive trascrizioni o errate letture del testo originale si puo' supporre che ciò e' giunto sino a noi oggi possa non essere un testo attinente a quello originale.
    Tritemio nasce il primo Febbraio del 146. sapeva l'ebraico, il latino, il greco ed era un profondo studioso dalla mente aperta e recettiva. Nel 1479, come riportano eminenti storici, ebbe l'incontro con un Maestro dei Rosa+Croce e questo incontro gli cambio' decisamente la vita.
    Nel 1483, all'età di 20 anni, entra in monastero benedettino di cui diviene presto Abate. Molti lo giudicavano santo, altri un mago, sta di fatto che anche i personaggi illustri come Paracelso e Cornelio Agrippa si recavano di lui per consulti e scambi di opinioni. Successivamente fu deposto dalla carica di Abate dai suoi stessi monaci forse esasperati dalla fama del loro Abate cosi' attivo di cui si vociava che avesse la mania di evocare morti illustri. Tritemio si ritiro' quindi volontariamente a vivere in solitudine nell'Abbazia di San Giacomo, scrivendo numerosi manoscritti e meditando, sino al 1516 anno della sua morte. Tritemio voleva lasciare al mondo tutto il suo sapere riguardante la comunicazione possibile attraverso metodi non conosciuti ma non voleva, allo stesso tempo, che queste informazioni cadessero in mani sbagliate o, peggio ancora, cadessero vittime della mannaia della censura ecclesiastica. Nascose quindi le nozioni misteriose all'interno di manoscritti all'apparenza insignificanti che furono pero' giudicati sempre troppo espliciti e che quindi subirono ugualmente delle mutilazioni da parte della Chiesa.
    Le conoscenze ultraterrene di Tritemio racchiuse nell'opera "STEGANOGRAFIA", frammentate in tre volumi, trattano dell'invocazione degli spiriti nelle varie ore propizie del giorno, di calcoli astronomici e tabelle numeriche.
    Ciascuna invocazione lasciataci da Tritemio inizia con il nome dello spirito da invocare e segue con parole all'apparenza astratte che in realtà nascondo un messaggio mirato alla realizzazione dell'evocazione stessa.

    Splendor Solis

    Lo Splendor Solis è un manoscritto alchemico del 16° secolo che oggi si trova custodito a Berlino, nel Museo Prussiano Statale.
    Il manoscritto si compone di 22 raffigurazioni ( 22 come gli arcani maggiori dei tarocchi e come il numero delle lettere ebraiche ...) disegnate su vellum, ovverosia dei fogli di pergamena ottenuti con pelli di pecora o di vitello, bordati in oro e molto resistenti sia al tempo che alle correzioni.
    Altre copie eseguite in epoca più tarda si trovano anche a Londra e a Parigi e anche queste sono belle come gli originali, di pregevole fattura.
    Le simbologie del manoscritto Splendor Solis parlano chiaramente dei processi alchemici, dalla morte alchemica alla rinascita del Re.
    Vi si vede una serie di sette ampolle, associate ciascuna ad un pianeta, in cui gli animali associati al Re e alla Regina, subiscono un processo di trasformazione.

    L'autore di tali raffigurazioni è incerta ma molti pensano di attribuire lo Splendor Solis a Salomone Trismosin, leggendario insegnante di Paracelso.

    LIBER JURATUS
    Il Libro di Honorius

    Liber Juratus è uno di più antichi e influenti testi di magia medioevale. La reputazione quasi leggendaria di questo lavoro è nota negli ambienti occulti e ci riconduce ad un altro testo chiamato Grimoire del papa Honorius, un lavoro disprezzato, tra l'altro, da vari occultisti che lo ritenevano solo una brutta copia o una scopiazzatura di questo che doveva invece rappresentare il testo originale.
    Conosciuto nel tredicesimo secolo anche come Liber Sacer o Liber Sacratus, è stato spesso al centro di un interesse costante e crescente per la rinascita occulta, anche verso la fine del diciannovesimo secolo.

    Questo trattato di magia pseudo-Solomonica è stato accennato di tanto in tanto nella letteratura magica fino ad oggi. Originalmente fu scritto in Latino e tradotto poi, successivamente, da altri studiosi in svariate altre lingue. Indubbiamente è un testo fondamentale a cui si sono ispirati molti successivi autori per le loro opere erudite.
    Il contenuto del libro si basa su dei rituali magici complessi, una lista di nomi divini, le rappresentazioni degli angeli, degli spiriti e dei demoni dei vari ordini, istruzioni su come preparare ed utilizzare i sigilli magici, delle orazioni, degli incensi e delle erbe per le fumigazioni legate ai giorni, dei mesi e delle stagioni, i nomi degli angeli di ciascun pianeta e gli esorcismi relativi. Persino nel testo Ars Notoria si ritrovano passi contenuti nel Liber Juratus che ne è risultato poi essere una delle fonti di ispirazione per l'autore.

    I MERAVIGLIOSI SEGRETI DELL'ABATE JULIO

    Gli scritti dell’Abate Julio, vissuto più di un secolo fa, sopravvivono ancora oggi dopo molti anni dalla sua morte e sono conosciutissimi negli ambienti esoterici per il valore che essi racchiudono.
    In questi scritti l’Abate ha lasciato alla memoria dei posteri le sue preghiere meravigliose, gli esorcismi, le formule cabalistiche e la potenza e il valore dei Salmi da utilizzare in qualsiasi occasione della vita, per dissipare ostacoli e problemi, guarire i malanni fisici, allontanare le influenze del maligno e difendersi dal male procurato sia da forze negative che da nemici fisici oltre che contro le calamità naturali.
    L’Abate ci ha lasciato anche una considerevole raccolta di talismani da disegnare su pergamena e tracciati con un alfabeto segreto, di cui egli fa menzione in alcuni suoi libri, e che, se decifrato correttamente, rivela formule e brani tratti anche dal Libro dei Salmi le cui frasi vengono da secoli considerate "parole di potenza".

    L’Abate era un uomo molto pio e a lui si rivolgevano in moltissimi per ricevere un aiuto sia materiale che spirituale.
    Era tanto amato dal popolo quanto osteggiato dal Vaticano che a seguito di quelle sue pratiche Magico-Cristiane, accomunate alla devozione di oggetti sacri come in uso nelle campagne europee nel medioevo, fu scomunicato.

    Ma la memoria di ciò che riuscì ad ottenere attraverso le sue formule miracolose è ancora viva tra i praticanti moderni che seguendo le sue profonde indicazioni ottengono ancora oggi gli stessi mirabili risultati.

    Il Conte di SAINT-GERMAIN
    Les Très Sainte Trinosophie
    (La Santissima Trinosofia)
    IO SONO


    Su questo uomo fu detto di tutto, forse perche' l'alone di mistero e di fascino di cui si circondava era impenetrabile per gli uomini del suo tempo, ma anche per noi moderni egli resta pur sempre una figura misteriosa.Vissuto nella Francia del XVIII, possedeva vaste conoscenze nel campo dell'occulto come riferito anche dall'italiano Giacomo Casanova che lo conobbe, era un avventuriero, frequentatore di circoli aristocratici delle maggiori capitali europee, uomo di cultura, bella presenza, ricchissimo a dismisura e forse massone o affiliato a qualche altra setta segreta come i Rosa+Croce oltre che impegnato in attività di spionaggio.
    Nessuno conosce il suo vero nome anche per l'abitudine che aveva di assumere spesso vari pseudonimi e anche questo nome, con il quale è più conosciuto e si è guadagnato la notorietà, molto probabilmente è solo uno dei tanti pseudonimi che assunse.
    Qualcuno anagrammandone le lettere ne trasse la seguente frase: SOCIO DELLA SANTA FRATELLANZA.
    Possedeva indubbiamente delle doti fuori dal comune come una memoria prodigiosa, parlava numerose lingue, era un alchimista capace di fondere i diamanti, era un artista nel campo pittorico e musicale e asseriva di aver scoperto la formula dell'elisir di lunga vita e di possedere il segreto della pietra filosofale, oltre che di aver conosciuto Gesù Cristo e gli apostoli in persona avendo, a suo dire, più di 300 anni.
    Tipo veramente particolare che riuscì a conquistarsi i favori di molti nobili, primi tra tutti Luigi XV e la sua corte. Uno dei suoi discepoli più famosi fu Cagliostro.
    Ma se la sua vita fu così misteriosa, altrettanto misteriosa fu la sua morte, o meglio, la sua uscita di scena. Come un giorno comparve, un altro giorno scomparve senza lasciare traccia di se. Chi era veramente il Conte di SAINT-GERMAIN ?

    Il Conte di Saint-Germain è autore del trattato Les Très Sainte Trinosophie
    (La Santissima Trinosofia) e IO SONO

    IO SONO è un volume interessante, economico e di piccole dimensioni ma che contiene una saggezza veramente grande e formativa e quindi non può mancare nella biblioteca di ogni esoterico moderno.
    Tra le altre cose esso contiene le regole del vero saper pensare, di come usare il pensiero alla stregua di una calamita che attrae il desiderio semplicemente pensato e lo conduce a noi in questa realtà.
    Istruzioni fondamentali da mettere in pratica durante lo svolgimento di un rituale al fine di renderlo vincente.
    Fondamentale e istruttivo. Un trattato senza tempo.
    Più volte stampato durante gli anni ma conosciuto solo da una ristretta cerchia di estimatori.

    Fonte: bethelux.it
     
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    Bravo!!
    Io ho letto la trilogia dell'io sono di Saint Germain

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