I rituali del pentagramma

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  1. Ares
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    Quello che riporto, riallacciandomi anche a quello che si trova sul forum è una spiegazione aggiuntiva, presa e riportata da un testo del 1977titolo originale "techniques of high magic a manual of self-initiation / tradotto e ristampato da Casa editrice Astrolabio 1985 Ubaldini editore Roma.

    Il pentagramma rappresenta i quattro elementi più il quinto, l'Akasha o Spirito , sulla punta più alta. Il quinto elemento è l'unità fondamentale degli altri, la loro essenza e la loro matrice.

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    Ai fini dei rituali del pentagramma, gli elementi vengono assegnati ai quattro punti cardinali nel seguente modo:

    Aria-Est
    Fuoco-Sud
    Acqua-Ovest
    Terra-Nord
    Akasha-Centro

    (A volte i punti cardinali sono distribuiti in modo un po' diverso, dato che acqua e terra vengono scambiate)
    In tutti i casi il Pentagramma dovrebbe essere tracciato con la sola punta dello Spirito rivolta verso l'alto, non con doppie punte in su a formare le orecchie e le corna del Capricorno (Caprone) del Sabba, come a volte lasciano intendere le opere di magia più equivoche.

    I simboli degli elementi attribuiti al Pentagramma sono la Ruota che" corrisponde allo Spirito che ovunque penetra: l'alacre Bue è simbolo della Terra: il Leone rappresenta l'impetuosità del Fuoco: l'Aquila (Scorpione) raffigura l'acqua che ondeggia lassù in quanto viene vaporizzata con la forza del calore e dotata di ali: l'Uomo è Aria, dato che con la sua perspicacia e con il suo pensiero si addentra nei misteri"( cit. I. Regardie, The Golden Dawn)

    Il Rituale Minore del Bando del Pentagramma viene usato per tanti motivi, perciò( è bene conoscerlo perfettamente in tutti i suoi particolari ). Esso vi ripagherà dalla perdita di tempo procurandovi ogni volta che occorre un'atmosfera favorevole per la vostra attività, dal momento che è universalmente adatto a ogni cerimoniale. Lo si può usare:

    1- Per iniziare e per concludere qualsiasi tipo di attività pratica.
    2- Per iniziare e per concludere la giornata, al mattino all'atto di risveglio e alla sera prima di addormentarsi.
    3- Come modo per sbarazzarsi di pensieri molesti e ossessivi, attenendosi a quanto segue:

    a. Rivolgersi a Oriente.
    b. Fare un preciso quadro mentale dell'ossessione o dell'ansia che ci mette in agitazione.
    c. Proiettare lontano questa immagine oltre il cerchio di fuoco, facendo un gesto di ripulsa.
    d. Impedire che l'immagine ritorni facendo un passo indietro e mettendo il dito indice della mano destra sulle labbra nel gesto di imporre il silenzio.
    e. Mettere adesso l'immagine chiaramente a fuoco, pur tenendola sempre lontana, ed eseguire il Rituale Minore del Pentagramma per disgregarla, guardandola dissolversi all'esterno dell'anello di fuoco con l'occhio della mente.

    4- Per prepararsi alla proiezione astrale.
    Mettersi seduti in un atteggiamento di meditazione, o a gambe incrociate, o nella posizione "degli dei" (su una sedia, a ginocchia unite e con la schiena diritta). Immaginare se stessi in piedi al centro della stanza. Proiettare la coscienza in questa figura per quanto è possibile. Poi, sotto l'impressione di essere in questa figura, camminando intorno, toccando oggetti e aprendo gli occhi (nell'immaginazione), dirigersi a oriente. Eseguire mentalmente il Rituale Minore del Bando del Pentagramma, facendo vibrare le parole e cercando di percepirle come se provenissero dalla figura. Terminare rivolti a oriente e cercare di vedere i risultati alla Luce Astrale (termine delle scienze occulte diffuso dalla teosofia e da Eliphas Levi, che sta a indicare la sostanza del piano astrale su cui agisce l'immaginazione mentre è in corso il rituale) Poi ritornare sui propri passi e stare in piedi dietro la testa del corpo, lasciandosi riassorbire.
    5- Per una forma secondaria di esorcismo, utile per disperdere un'atmosfera sgradita. A tal fine andrebbe usata in unioni con libagioni di Acqua Santa.
    La riuscita del bando è indicata da "un senso di pulizia" nell'atmosfera, mentre l'esito positivo dell'invocazione risulta chiaro per via di un" senso di sanità".

    RITUALE MINORE DEL PENTAGRAMMA

    Si compone di quattro parti:

    1. La Croce Cabalistica
    2. L'iscrizione dei Pentagrammi.
    3. L'invocazione degli Arcangeli.
    4. La Croce Cabalistica.

    Il rituale si dovrebbe iniziare essendo rivolti a oriente. I gesti si eseguono con la mano destra. Le linee dovrebbero essere tracciate con un pugnale d'acciaio o con il segno della benedizione. Per fare il segno della benedizione estendere l'indice e il medio, mentre con il pollice coprite l'anulare e il mignolo piegati. State in piedi rivolti verso oriente, dopo aver completato il cerchio attorno al posto dove si svolge l'attività.( Disegnandolo o dipingendolo sul pavimento o immaginandolo con forza all'inizio di ogni attività. Lo si può consolidare girando effettivamente attorno con una spada in modo da tracciare il cerchio con la sua punta).

    1. La Croce Cabalistica.
    a. Toccatevi la fronte e dite ATHEH (tu sei)
    b. Toccatevi il petto e dite MALKUTH (il Regno)
    c. Toccatevi la spalla destra e dite VE-GEBURAH (e il Potere)
    d. Toccatevi la spalla sinistra e dite VE-GEDULAH (e la Gloria)
    e. Incrociate le mani sul petto e dite LE-OLAM (per l'eternità), AMEN.

    Nell'eseguirla, l'esperto dovrebbe raffigurarsi con forza la mano che traccia la linea di candida luce attraverso la sommità della testa, che si riversa nel corpo e scende fino al plesso solare, e di lì fino ai piedi, l'ubicazione microcosmica di Malkuth. Tracciare altresì una linea di luce dalla spalla destra a quella sinistra, mentre dite "Ve-Geburah , Ve-Gedulah" , formando così una croce. Al centro di questa croce, raffiguratevi una rosa, sia al naturale che nella forma stilizzata della rosa-croce, quando pronunciate fremendo "Le-Olam, Amen".

    Termina così la cosiddetta "Croce Cabalistica" ,un rituale che è stato concepito, almeno nella sua forma moderna, dai capi dell'Ordine Ermetico dell'Alba d'Oro (Veramente essa risale come minimo a qualche secolo fa e la croce a bracci uguali non deriva dalla religione cristiana ma affonda le sue radici nella Cabala); si dovrebbe usare sempre all'inizio e alla fine di ogni rituale, anche se minore, e lo si dovrebbe affidare alla memoria.

    2. Iscrizione dei pentagrammi.
    Ai fini del Rituale Minore del Bando del Pentagramma, il tipo di pentagramma che si usa è quello della Terra, in questo modo:

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    Lo si traccia nell' aria tenendo il braccio diritto e portando la mano dalla coscia sinistra fino a un punto allo stesso livello della fronte e riportandola poi in una posizione vicino alla coscia destra, descrivendo in tal modo una V rovesciata. Sollevare poi la mano fino a un punto esattamente a sinistra del corpo alla stessa altezza delle spalle. Spostatela poi da un punto all'altro della parte anteriore del corpo, mantenendola nella stessa posizione ad altezza di spalle, fino al lato destro del corpo. Completate il pentagramma riportando la mano sulla coscia sinistra.
    Quando si acquista abilità di movimento, i gesti si possono sincronizzare con la respirazione, facendo una inspirazione per i movimenti in su, una espirazione per quelli in giù, e trattenendo il fiato per il movimento trasversale. Questa è soltanto una forma del pentagramma, in quanto la forma dipende dal senso in cui lo si traccia e dal punto in cui si inizia. Nel Rituale Maggiore del Pentagramma se ne usano altre.

    a. Guardando sempre verso Oriente, tracciate il primo bando del pentagramma della Terra, facendo quindi una inspirazione mentre riportate la mano al torace, trafiggete il centro del pentagramma e fate vibrare il nome divino, YHVH, facendo una espirazione completa.
    b. Tenendo la mano tesa, giratevi verso sud , ripetete lo stesso procedimento e fate vibrare il nome ADNI.
    c. Voltatevi quindi verso ovest, ripetete il procedimento e fate vibrare il nome AHIH.
    d. Infine voltatevi verso nord, ripetete il procedimento e fate vibrare il nome AGLA, poi, tenendo sempre la mano protesa, giratevi di nuovo verso est.

    L'attività principale di visualizzazione per questa parte del rituale consiste nel vedere le linee del pentagramma tagliare l'aria e fiammeggiare con tanta intensità che qualunque cosa al di là di esse si appanna, richiamando così l'attenzione dell'esperto sui limiti del cerchio che la sua mano ha tracciato mentre si girava da un punto cardinale all'altro tenendo, per l'appunto la mano tesa. A mano a mano che il nome divino viene pronunciato, immaginate che esso arrivi fino agli estremi confini dell'Universo, nel punto cardinale in cui viene fatto vibrare.

    3. L'invocazione degli Arcangeli
    Tenere le braccia a forma di croce e dichiarate:
    "Davanti a me, Raphael
    Dietro di me, Gabriel
    Alla mia destra, Michael
    Alla mia sinistra Auriel
    Attorno a me le fiamme del Pentagramma,
    E sopra a me splende la stella a sei raggi".

    Le visualizzazioni più importanti per questo settore del rituale sono le forme antropomorfiche degli Arcangeli. A oriente si vede Raphael, Arcangelo dell'Aria, sovrastare l'esperto in abito giallo da cerimonia che, nel frusciare alla brezza che spira alle spalle della figura, scintilla di riflessi porporini, che guizzano come i colori sulla seta cangiante. Tiene una Bacchetta.

    A ovest Gabriel, Arcangelo dell'Acqua, tiene alta una Coppa, da cui sgorga, per l'appunto dell'acqua. Il suo abito da cerimonia è di un azzurro luccicante di riflessi arancione.

    A sud Michael, Arcangelo del Fuoco, abbigliato in abiti da cerimonia di color rosso con sprazzi di verde complementare, tiene alta una Spada fiammeggiante.

    A nord Auriel, Arcangelo della Terra, è rivestito nei colori delle stagioni, ricchi e fertili, come citrino, verde oliva, ruggine e nero. Sta in piedi su un Pentacolo.

    Gli ultimi due versi riconfermano la presenza dei Pentagrammi ( che in tal caso vengono visualizzati di nuovo ) e dell'esagramma (la Stella di David) che viene immaginato al di sopra nel cerchio.

    4. La Croce Cabalistica
    Con questa che è una replica del primo paragrafo si conclude il ciclo rituale.

    ANCORA SUI PENTAGRAMMI

    Il Rituale Maggiore del Pentagramma si dovrebbe usare soltanto dopo che il posto in cui svolgere l'attività è stato approntato e stabilizzato mediante il Rituale Minore del Pentagramma. Il Rituale Maggiore viene usato in modo specifico per iniziare un Rituale Elementare, o per invocare un Elemento particolare, come per esempio può darsi che occorra per la consacrazione di un'Arma Elementare, o per la creazione di un Elementare artificiale.
    Questo rituale si può altresì usare per invocare o per bandire le forze dello Zodiaco, adottando il Pentagramma Elementare adatto al Segno Zodiacale e includendovi dentro quest' ultimo. Nel caso dei Segni Zodiacali, il punto dell'invocazione deve essere determinato dalla posizione che il Segno occupa in cielo al momento dell'attività.
    Gli attributi del Pentagramma per il Rituale Maggiore sono un po' più complicati, nel senso che richiedono sia l'introduzione delle parole di Enoch (derivate dall'attività svolta dal dottor John Dee durante il periodo 1581-1607. Il libro del dottor Meric Casaubon, A True and Faithful Relation of Passed For Many Years between Dr John Dee...and some Spirits...del 1659, ristampato nelle edizioni della Askin Publishers, contiene la maggior parte del materiale del diario originale, mentre Enochian Magic di Stephen Skinner contiene tutti i manoscritti importanti e inediti di Dee riguardo alla Magia enochiana.) sia dei consueti nomi divini ebraici.

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    La struttura di questo rituale fa assegnamento sul fatto di dedicare i pentagrammi con il dovuto riguardo all'Elemento che deve essere bandito o invocato. E' quindi essenziale imparare a memoria l'attribuzione degli elementi e dei nomi divini alle punte dei pentagrammi:

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    Da questi punti derivano i diversi pentagrammi. Tutti i pentagrammi relativi all'invocazione vengono avvicinati al punto dell'elemento da invocare. Tutti i pentagrammi relativi al bando vengono allontanati dal punto degli elementi da bandire. Le eccezioni sono costruite dai Pentagrammi dello Spirito che agiscono lungo le linee contrassegnate sul diagramma con la dicitura"forme attive" e "forme passive". per questo motivo ci sono quattro potenziali Pentagrammi dello Spirito. I pentagrammi passivi si usano congiuntamente agli elementi passivi, acqua e terra, mentre i pentagrammi attivi si usano congiuntamente agli elementi attivi, cioè fuoco e l'aria.

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    I Pentagrammi della Terra sono gli unici usati nel Rituale Minore del Bando, come già precisato.
    I Pentagrammi qualora debbano essere usati da soli (cioè non nel rituale Maggiore del Pentagramma), per esempio caricandoli di potere talismanico per cui occorre che la forza sia concentrata sul simbolo, debbono essere allora inscritti all'interno di un cerchio. In caso contrario, disegnateli senza circoscriverli.
    Se il rituale deve essere usato per invocare un particolare Elemento, usate i pentagrammi per l'evocazione elencati sul lato sinistro della pagina (immagine sopra), nonché il Pentagramma per l'Equilibrio dello Spirito, di forma attiva o passiva, che dipende dagli Elementi come segue:
    a) se si tratta di un elemento attivo come il Fuoco o l'Aria, usate soltanto il Pentagramma di Equilibrio per le Forme Attive e il Pentagramma di invocazione proprio dell'Elemento in questione e non quelli riguardante gli altri Elementi;
    b) se si tratta di un Elemento passivo (Terra o Acqua) , allora usate soltanto il Pentagramma di Equilibrio delle Forme Passive e il Pentagramma di invocazione dell'unico Elemento ai quattro Punti Cardinali. Per quanto riguarda la conclusione e il bando osservare la stessa norma.
    Si sono adottati svariati criteri per sistemare gli Elementi con i Punti Cardinali, compresa l'attribuzione che fa assegnamento sulla loro posizione nello Zodiaco (il Fuoco a oriente, la Terra a sud, l'Aria a occidente, l'Acqua a nord), la loro attribuzione ai venti e così via. Qua ci siamo attenuti alla tradizione che attribuisce l'Aria a est, il Fuoco a sud, l'Acqua a ovest e la Terra a nord.
    In ciascun angolo del Pentagramma vengono ripartiti certi nomi divini ebraici e parole provenienti dalle Tavolette Angeliche. Debbono essere pronunciati con i Pentagrammi relativi all'invocazione e al bando e disposti ordinatamente nel testo del Rituale. Le attribuzioni degli angoli del Pentagramma costituiscono la chiave del suo Rituale. Durante l'invocazione normale (senza ricorrere alle Tavolette degli Elementi) con il Pentagramma dell'Acqua usate il Nome Divino EL, con il Fuoco usate Elohim, eccetera.. Se però state operando con le tavolette Elementari e Enochiane, usate i Nomi Divini nel linguaggio Enochiano o Angelico: per la Terra, Emor Dial Hectega, e via dicendo. E' possibile combinare i due tipi di attività.
    Nel pronunciare tutti questi nomi fate un profondo respiro e fateli vibrare quanto più possibile internamente con l'espirazione, non necessariamente in modo vistoso, ma con una vibrazione più o meno così: Em-or-r Di-a-l Hec-te-ga.

    RITUALE MAGGIORE DEL PENTAGRAMMA

    Il rituale si divide in quattro parti, allo stesso modo del Rituale Minore del Pentagramma:

    1.La Croce Cabalistica.
    2.L'iscrizione dei Pentagrammi.
    3.L'invocazione degli Arcangeli.
    4.La croce Cabalistica.

    Il rituale inizia a oriente, dopo aver portato a termine il cerchio che delimita il posto in cui si opera.
    1. La Croce Cabalistica (come nel Rituale Minore del Pentagramma).
    2.l'iscrizione del Pentagramma

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    Fonte: Tecniche di magia superiore edizioni Astrolabio

    Per chi unque sia interessato approfondire la magia enochiana e lingua enochiana link :

    Lingua enochiana:

    http://antrodellamagia.forumfree.it/?t=46436475

    Chiavi enochiane:

    http://antrodellamagia.forumfree.it/?t=46436512

    http://antrodellamagia.forumfree.it/?t=4089679

    Magia enochiana:

    magia_enochiana_libro_88290

    Comunque interessanti anche ai testi degli insegnamenti della Golden Dawn : La Magia della Golden Israel Regardie.
    magia_golden_dawn_1

    Una posteriore pubblicazione Insegnamenti degli Magici della Golden Dawn: Rituali - Documenti segreti - Testi dottrinali a cura di Sebastiano Fusco
    insegnamenti_magici_della_golden_down_vol_3jpg

    Fonte: macrolibrarsi

    Aggiungo il link della Discussione del Bando Minore del Pentagramma presente nel forum:

    http://antrodellamagia.forumfree.it/?t=4774352

    E anche il link del post Della Golden Dawn dove è citato il Bando Minore del Pentagramma:

    http://antrodellamagia.forumfree.it/?t=72146189

    Un ulteriore aggiunta, riguardo la Croce Cabalistica interessante come viene spiegata qui:


    LA CROCE KABBALISTICA


    di Vittorio Vanni

    Il simbolo della croce, nelle sue varie forme, è presente fin dalla più remota antichità, e non è esclusivamente cristiano, come comunemente si crede. Tale simbolismo è stato magistralmente descritto da René Guénon nella sua opera " Il simbolismo della croce " i che così lo sintetizza:
    "La realizzazione dell'Uomo Universale " è simboleggiata, dalla maggior parte delle dottrine tradizionali, con un segno che dappertutto è il medesimo, poiché, come abbiamo detto all'inizio, è di quelli che si ricollegano direttamente alla Tradizione primordiale: si tratta del segno della croce, che rappresenta perfettamente il modo in cui è raggiunta tale realizzazione, mediante la comunione perfetta della totalità degli stati dell'essere, ordinati gerarchicamente in armonia e conformità, nell'espansione integrale secondo i due sensi dell'ampiezza e dell'esaltazione. Si può, infatti, considerare che questa doppia espansione dell'essere si effettui da una parte orizzontalmente, cioè ad un determinato livello o grado d’esistenza, e dall'altra verticalmente, cioè nella sovrapposizione gerarchica di tutti i gradi. Il senso orizzontale rappresenta quindi l'ampiezza, cioè l'estensione integrale dell'individualità assunta come base della realizzazione, estensione che consiste nello sviluppo indefinito di un insieme di possibilità soggette a condizioni particolari di manifestazione; nel caso dell'essere umano, sia ben chiaro, quest’estensione non si limita affatto alla parte corporea dell'individualità, ma dell'individualità comprende tutte le modalità, essendo lo stato corporeo una di esse. Il senso verticale rappresenta la gerarchia - anch'essa a maggior ragione indefinita- degli stati molteplici, ognuno dei quali, considerato nella sua integralità, rappresenta un insieme di possibilità corrispondente ad uno dei tanti "mondi" o gradi che sono compresi nella sintesi totale dell'Uomo Universale. La formula trinitaria del battesimo cristiano istituita dallo stesso Gesù (Matteo XXVIII, 19) è sicuramente l'origine sia della preghiera di glorificazione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo che del segno di croce.” ii
    Queste forme cultuali sono già presenti nelle preghiere dei primi cristiani, ma non è conosciuta l'epoca esatta della loro introduzione nella liturgia. L'efficacia sacramentale della formula battesimale è certamente il fondamento dell'attribuzione al segno di croce di virtù anche magiche.
    Si tramanda così, nella religione cristiana, l'antichissimo uso dei nomi di potenza dei quali si rintracciano altrettanto antiche testimonianze caldee, babilonesi, egizie etc. tanto per restare nell'ambito occidentale e medio orientale.
    L'operante, in questa pratica cultuale, s’identificava (attraverso la conoscenza del nome) con il dio od il genio così evocato, catturandone, per così dire, la potenza attiva. La croce cabbalistica fu reintrodotta fra le operatività iniziatiche da Eliphas Levi, che fu, ai suoi tempi, uno fra i più grandi divulgatori di queste antiche dottrine.
    Eliphas Levi Zahed (era questo lo ieronimo dell'abate Alphonse Louis Costant) ebbe il merito di tradurre e divulgare alcuni testi magici medioevali di notevole importanza, fra i quali la Clavicula Salomonis, il Grimorium Verum " ed il Grimorium detto d’Onorio III.
    Tuttavia la trasmissione di queste testi non fu corretta (caratteristici sono in questo senso i pantacoli dei 72 Geni cabbalistici trascritti dalla Clavicula Salomonis, in maggior parte diversi da quelli dall'originale) e la forma letteraria usata dal Levi era talmente involuta che questi fu etichettato come il "gotico" del XX° secolo.
    Per quanto l'introduzione d’Eliphas Levi alle operazioni magico-cabbalistiche sia appena abbozzata è evidente che l'ispirazione fu ripresa dal testo del Barrett, The Magus, Londra 1801, testo che fu usato dall'autore come insegnamento di base per una scuola di magia rituale e d’alchimia a Marylebon.
    Sebbene le illustrazioni rivelino un gusto romantico e modernizzato, questo libro è filologicamente corretto ed informato, e riporta tecniche magico-rituali basate su di un'organica ricerca, su testi di cabbala operativa e Grimoires seicenteschi.
    Purtroppo Eliphas Levi. non cita quasi mai le fonti da cui derivano le sue volgarizzazioni e rintracciare il contesto magico-cultuale da cui ci è pervenuta la cosiddetta "croce cabbalistica" non è attualmente possibile.
    La prima testimonianza sull'uso cabbalistico della croce si può trovare nel cosiddetto “IV° volume” del De Occulta Philosophia (apocrifo) che fu pubblicato nell'Opera Omnia di Cornelio Agrippa per i tipi dei fratelli Beringos a Lione, senza data, ma che il Reghini crede stampata fra il 1560 ed il 1565. L'opera, attribuita ad Agrippa, forse fu scritta da un suo discepolo su brogliaccio del maestro. Altri attribuiscono il testo a Pietro d'Abano od al Tritemio.
    La citazione riportata è già un compendio della teoria magica connessa a tale uso: iii "... (omissis) …quindi invocheremo i nomi sacri di Dio, quelli cioè che corrispondono ai nostri desideri e sono adatti al conseguimento dell'effetto. Così per la distruzione dei nemici, invocheremo nomi d'ira, di vendetta, di timore, di giustizia e della onnipotenza di Dio; per evitare qualche male o pericolo, invocheremo invece i nomi di misericordia, difesa, salvezza, coraggio e bontà di Dio."
    Renè Allau, nella sua prefazione a "Les aventures du philosophe inconnu, iv cita l'alchimista Petrus Arlensis de Scudalupis (1580-1637) definito "hierosolymitanus presbyter" che nella sua opera Sympathia septem metallorum ac septem lapidum ad planetas, rigetta (secondo l'uso prudente dell'epoca) la precedente magia caldea, persiana, etc. non riconoscendo che le tradizioni ebraico- cristiane.
    In quest'opera Petrus afferma che la vera magia si fonda soltanto sul potere dei caratteri ebraici che compongono le figurazioni celesti e su quelle del segno della santa Croce per la quale:
    “ la santa Magia si trova dimostrata e compiuta"
    Il volume citato è opera di Dom Belin, alchimista cinquecentesco che usa un linguaggio cristiano per descrivere dei procedimenti ermetici e nel titolo dell'opera si accenna, per la prima volta, ai “Philosophes Inconnus”, inquadrandoli in un contesto ermetico-cristiano.
    È notevole che questo nome, abbinato nel settecento massonico ad un Ordine, quello appunto dei Filosofi Incogniti, sia qui collegato ad una pratica fondata sull'uso rituale cristiano-kabbalistico
    del segno di croce.
    Molto prima dell'apparizione di quella teologia ed angelologia magica dell'ebraismo che indichiamo con il nome di kabbalah, vi erano già tutte le implicazioni teoriche e pratiche della tecnica del "risveglio" dei centri sottili della fisiologia occulta dell'uomo attraverso l'evocazione dei "nomi di potenza".
    Gli egizi racchiudevano nei "vasi canopi" alcuni organi vitali, escluso il cuore, della mummia e li assimilavano a quattro entità dette i "Figli di Horus" che evidentemente a tali organi presiedevano. Non si conosce, purtuttavia, così profondamente la storia della religione egizia da poter trarre elementi concreti di giudizio da semplici cognizioni, provenienti per lo più dall'età ellenistica, che potrebbe aver riunito elementi eterogenei ed averli interpretati con il suo caratteristico sincretismo.
    Vi sono però testimonianze maggiormente conosciute e scientificamente studiate sulla analogizzazione fra organi fisiologici e potenze naturali e divine che possano aiutarci a risalire
    la scala storica di tale concetto magico.
    L'antica arte aruspicina caldea, e quella postecedente etrusca, esaminava i visceri delle vittime sacrificali per trarne elementi di mantica, e ci sono pervenuti, ad esempio, modelli di fegato di bronzo che rappresentavano un prontuario o "aide-memoire" degli aruspici e che riportano una vera e propria mappa analogica fra le varie componenti anatomiche di tale organo e le varie divinità, o potenze divine che ad esse corrispondevano. Le anomalie presenti sul fegato, chiaramente visto come microcosmo sul quale le potenze macrocosmiche in qualche modo influivano, indicavano quindi quale di queste potenze erano in difetto od in eccesso indicandone, nel contempo, analogicamente, i rimedi. La concezione del nome divino come suprema concentrazione di forza appare quindi nelle età più antiche ed appartiene sia al piano dell'idea magica che a quello della speculazione mistica, le cui frequenti interconnessioni le fanno apparire più affini fra loro che ai contesti religiosi ortodossi dai quali a volte provengano.
    Nell'ambito più ristretto della nostra ricerca il concetto della valenza magica del "nome" divino (tratto dai testi kabbalistici) in realtà è precabbalistico, in quanto, già in età ellenistica e sia in ambienti ebraici che non ebraici si utilizzavano (per usi magici) i nomi divini che comparivano nella Torah o se ne combinavano le lettere per ottenerne altri.
    La croce Kabbalistica rientra in un particolare uso della tradizione ermetica giudaicocristiana, legato alla fisiologia occulta analizzata con l'albero sephirotico, v ('ets hayim o Albero
    della Vita Anche nella kabbalah, comunque, le analogie delle parti della Torah con quelle del corpo dell'uomo sono già presenti.
    “Come nel corpo dell'uomo ci sono membra ed articolazioni, e come ci sono organi che hanno un'importanza vitale ed altri che sono meno necessari per la vita, così si presenta anche la Torah”.
    Il concetto della Torah come organismo mistico vivente era già presente anche nella setta ebraica dei Terapeuti, e ciò non è certamente casuale, in relazione, soprattutto, agli scopi e probabilmente ai mezzi operativi di un contesto ieromedico.
    Il Filone Alessandrino in una sua relazione su tale contesto religioso ed esoterico afferma: vi
    "Poiché l'intera Torah (nomothesia) si presenta a questi uomini come un essere vivente; dove il senso letterale è il corpo, ma l'anima è il senso segreto che sta alla base della parola scritta”.
    Anche in Origene vi è lo stesso senso di relazione fra scrittura mistica e fisiologia umana, quando scrive:vii
    "La Scrittura assomiglia ad un uomo ed ha carne [letterale], anima [allegoria] e spirito
    [mistero]"
    Anche lo Zohar conferma questa concezione, quando, ad esempio, vi si legge:viii
    “Colui che si occupa della Torah mantiene il mondo in movimento e mette ogni parte in condizione di svolgere la sua funzione. Poiché, non c'è membro del corpo umano che non abbia il suo equivalente nel mondo nel suo complesso. Infatti, come il corpo dell'uomo è costituito di membra e articolazioni di rango diverso, che agiscono e reagiscono tutte le une sulle altre e formano un organismo, così è anche il mondo: in esso tutte le creature sono disposte ordinatamente come membra che stanno fra loro in un rapporto gerarchico, e se sono disposte esattamente costituiscono un organismo nel senso preciso del termine. E tutto è ordinato secondo l'archetipo della Torah, poiché la Torah consiste interamente di membra e articolazioni che stanno fra loro in ordine gerarchico, e se sono esattamente disposte costituiscono un unico organismo".
    Il Pastore Fedele disse:ix
    "Lampada Santa, tutto ciò che tu dici è esatto. Il Cervello è il simbolo dell'acqua e il Cuore è quello del fuoco. L'uno e l'altro simbolizzano il trono di clemenza ed il trono di rigore.
    Quando i peccati dell'uomo sono numerosi, Dio lascia il trono di rigore che è il Cervello e si siede nel trono di clemenza che è il Cuore, senza di che il mondo non potrebbe sussistere.
    "Cosa rappresenta la milza?
    La Lampada Santa cominciò a parlare così: " E ho veduto gli oppressi " (Ecc. IV, 1). Chi sono questi oppressi? Sono i bambini appena nati che spariscono da questo mondo. Non è l'angelo sterminatore che uccide i bambini, ma Lilith che comincia con il carezzare i bambini e sorrider loro: in seguito essa li uccide e provoca così le lacrime di cui la milza è la sede. Così la milza rappresenta Lilith. Il fegato che racchiude ogni specie di sangue, quello limpido come quello torbido, è l'immagine d'Israele. Al fegato è attaccata la bile, immagine dell'inferno. La bile è anche la sede della collera ed è per questo che i maestri hanno detto che la collera è un atto altrettanto colpevole dell'idolatria. Lo stomaco è l'immagine della morte, poiché è di là che salgono i vapori che provocano il sonno. Il Pastore Fedele disse: " Siccome il corpo viene dall'albero del bene e del male, non vi è un solo membro del corpo che non contenga lo spirito del male e lo spirito del bene. Presso gli uomini mediocri, e presso i giusti imperfetti, lo spirito del bene è composto di maschio e femmina, come fidanzato e fidanzata; presso gli empi perfetti è lo spirito del male ad essere composto di maschio e femmina, che emanano da Samaele e del Serpente".
    Comunque la kabbalah non affronta, in modo organico ed approfondito, la relazione fra l'Albero sephirotico e la fisiologia occulta; è da ritenersi che (in realtà) questa sia una comparazione effettuata in epoca tardo-medioevale, o più probabilmente all'inizio del Rinascimento e ciò deve rapportarsi in modo particolare all'influenza dell'astrologia medica e pantacolare.
    Si potrebbe comunque, con relativa semplicità, comparare la fisiologia occulta (melotesia) dell'astrologia con quella dell'albero sephirotico e rintracciarne la completa similarità.
    Ma le funzioni della croce kabbalistica non sono completamente assimilabili a quelle terapeutiche, anche se potrebbero essere usate con successo anche in questo caso, variando il percorso ed evocando le qualità sephirotiche corrispondenti ai vari organi fisici.
    Lo scopo della croce kabbalistica, come quello d’altre strutture simboliche consimili, è quello di risvegliare i centri sottili dell'uomo attraverso l'uso dell'arte analogica delle corrispondenze fra nomi o potenze divine utilizzando i vari punti in cui esse vivono microcosmicamente, nei corpi sottili dell'uomo.
    Stabilite per via tradizionale tali corrispondenze, l'arte kabbalistica consiste nello svegliare le varie facoltà od enti con i principali strumenti magici, il gesto, il segno, la parola, il pensiero, percorrendo con essi le varie vie o sentieri che intercorrono fra i sephirot.
    I sephirot, nella loro disposizione sull'albero comprendono, simbolicamente ed analogicamente, tutto il complesso microcosmo-macrocosmo e risvegliarli nell'uomo è un'opera, e non fra le minori, di teurgia.
    La tradizione indica alcuni percorsi fissi in tali sentieri, corrispondenti a finalizzazioni ben conosciute e praticate. Ma l'arte kabbalistica consente, se ben conosciuta, di variare i percorsi e quindi le finalizzazioni. Eliphas Levi, indicandoci lo schema tradizionalmente corretto della croce kabbalistica, ne rintraccia la prima origine all'interno del testo greco del Vangelo secondo S.Matteo, nel passo in cui al Pater Noster è aggiunto il versetto: “ Perché tu sei il Regno, la Potenza e la Gloria negli Eoni degli Eoni.”.
    La parola sacra MALKUTH (il Regno) usata al posto di KETER (la Corona) - che è il suo corrispondente - e la bilancia di GEBURAH-HESED, ne indicano la chiave di comprensione.
    Eliphas Levi descrive la croce kabbalistica nel seguente modo: “il segno della Croce, adottato dai Cristiani, non appartiene loro esclusivamente.
    Anch’esso è Kabbalistico e rappresenta le opposizioni e l’equilibrio quaternario degli elementi.
    Dal versetto occulto del Pater che abbiamo segnalato nel Dogma, vediamo che anticamente vi erano due maniere per farlo, ed almeno due forme diverse per caratterizzarlo: l’una riservata ai sacerdoti ed agli iniziati, l’altra accordata ai neofiti ed ai profani. Così, ad esempio, l’iniziato portando la mano alla fronte, diceva: A TE, poi aggiungeva: APPARTENGONO, e continuava portando la mano al petto: il REGNO; poi alla spalla sinistra: la GIUSTIZIA; poi alla spalla destra: e la MISERICORDIA. Poi si riunivano le due mani aggiungendo: nei cicli generatori: TIBI SUNT MALKUTH ET GEBURAH ET CHESED PER EONAS”
    Si può trovar traccia dell’operatività della croce kabbalistica nel contesto Martinezista (rito equinoziale dei tre giorni), tenendo conto che in questo caso, essendo tracciata a terra nel circolo la direzione è effettivamente speculare.
    Louis Claude De Saint Martin la descrive, meno oscuramente del solito, nella sua opera Des Nombres (Cap.LIII°, X) sotto il titolo di “doppio segno della croce”: (vedi Tavola I)
    “Esso parte dall’Oriente; va ad incorporarsi all’Occidente; va a prendere a Nord la sua potenza temporale, va a combattere il male a Mezzogiorno. L’uomo parte ugualmente dall’Oriente, ma è per misericordia che lo si lascia andare; mentre il primo Oriente è venuto per amore. L’uomo s’incorpora ugualmente all’Occidente, ma deve, inoltre, purificarsi. Ecco perché la nostra regione è mista e duplice. Egli va ugualmente a prendere la sua potenza a Nord, o piuttosto va a riceverla lì; va a combattere a Mezzogiorno con la potenza del suo maestro, poi va a ringraziare all’Oriente. E si negherebbe che l’ottonario fu il numero della salvezza!”
    La citazione dimostra come potrebbe esser corretto, nell’ambito Martinista, l’uso rituale della croce cabbalistica.
    Vediamo, qui, come invece è errata la croce kabbalistica usata in alcuni Ordini che così recita:
    COME SI TRACCIA LA CROCE KABBALISTICA
    “Pollice, indice e medio della mano destra uniti assieme:
    Alzare la mano all’altezza della fronte e dire:
    ATHE (Tu sei )
    Abbassare la mano verso il centro del petto e dire:
    MALKUTH (il Regno)
    Spostare la mano verso la spalla destra e dire:
    VE-GHEBURAH ( la Potenza)
    Spostare la mano all’altezza della spalla sinistra e dire:
    VE-GEDULAH ( la Gloria )
    Fare poi un cerchio da sinistra a destra intorno al segno tracciato e dire:
    LE OLAM ( per l’eternità)
    Chiudere le mani in avanti e dire:
    AMEN.
    All’alba si traccia la croce verso Oriente. A mezzogiorno a Sud. Al tramonto ad Ovest.
    A Mezzanotte al Nord, seguendo così il percorso apparente del Sole. Si può intanto notare che è incomprensibile come si possa tradurre ATHE (versione corretta ATHO) con “ tu sei”. Un’altra osservazione è che Eliphas Levi non ci ha trasmesso a quale punto cardinale rivolgersi nel compimento di questo rituale.
    Il Rituale minore del Pentagramma della Golden Dawn, dopo la croce kabbalistica, indica di
    rivolgersi ad Oriente.
    Ancora, nel Rituale supremo d’invocazione del Pentagramma si indica chiaramente di rivolgersi ad Oriente. Nello svolgimento di un rituale, comunque, in caso di dubbio è sempre bene rivolgersi ad Oriente - che è preferibile a qualsiasi altra direzione -, così come l’incenso può sostituire, con la sua sigillazione solare, qualsiasi altro profumo.
    A questo punto sarebbe interessante stabilire se si sia avesse inserito arbitrariamente o erroneamente, le varie direzioni cardinali e solari nella croce kabbalistica solo ad imitazione del rituale Miryamico della croce essenica o se tale variazione di posizione è ammissibile.
    La croce essenica è verificabile per via analogica nelle tavole di comparazione d’Agrippa, in quanto vi è corrispondenza fra stagioni, punti cardinali ed il variare dei nomi divini che esercitano a turno una speciale influenza sui centri fisiologici sottili.
    Nella croce kabbalistica questa sorta di risveglio è “fisso” e dovrebbe esser sufficiente il rivolgersi esclusivamente ad Oriente.
    La particolare impostazione rituale della croce kabbalistica nel Martinismo deriva direttamente da quella assunta dall’Ordine dell’Alba Dorata (Golden Dawn) forse indotta dal Levi stesso, per l’alta considerazione che questo godeva negli ambienti esoterici inglesi della fine del XIX secolo.
    In questo sistema iniziatico la croce kabbalistica costituiva la prima delle quattro parti del rituale minore del Pentagramma, ed era così effettuata:
    Il Rituale si dovrebbe iniziare essendo rivolti ad Oriente. I gesti si eseguono con la mano destra. Le linee dovrebbero essere tracciate con un pugnale d’acciaio o con il segno della benedizione. Per fare il segno della benedizione estendete l’indice ed il medio, mentre con il pollice coprite l’anulare ed il mignolo piegati.
    State in piedi rivolti ad Oriente dopo aver completato il cerchio attorno al posto dove si svolge l’attività, poi:
    a) toccatevi la fronte e dite: ATHO! (a te)
    b) toccatevi il petto e dite MALKUTH ( il Regno )
    c) toccatevi la spalla destra e dite VE-GEBURAH (la Severità)
    d) toccatevi la spalla sinistra e dite VE-GEDULAH (la Misericordia)
    e) incrociate le mani sul petto e dite LE-OLHAM ( per l’eternità )
    f) dite AMEN
    Nell’eseguirlo l’esperto dovrebbe raffigurarsi con forza la mano che traccia una linea di candida luce attraverso la sommità della testa, che si riversa nel corpo e scende fino al plesso solare e di lì fino ai piedi, l’ubicazione microcosmica di MALKUTH. Tracciate altresì una linea dalla spalla destra a quella sinistra mentre dite : “VE-GEBURAH-VE-GEDULAH “, formando così una croce.
    Al centro di questa croce raffiguratevi una rosa, sia al naturale che nella forma stilizzata della rosa+croce, quando pronunciate fremendo LE-OLAHM! AMEN. “
    Un’altra versione, secondo Le Rituels magiques de l’Ordre Hermétique de la Golden Dawn, di Jean Pascal Ruggiu, prevedono l’uso di una daga per indicare i vari punti del corpo sottile, ad uso dei gradi superiori, ma la sostanza rituale è la stessa.
    Il significato letterale non consiste in altro che l’ultimo versetto del Pater Noster, da sempre usato dalla Chiesa Ortodossa, ed oggi, con la nuova liturgia, anche dalla Chiesa Cattolica:
    “A te (Signore) appartengono il Regno, la Potenza, la Gloria, nei secoli dei secoli. Amen.”
    (kabbalisticamente a Potenza corrisponde Rigore ed a Gloria Misericordia) quindi:
    “A te appartengono il Regno, la Severità e la Misericordia nei secoli. Amen.” Kether Geburah Gedullah Le-Olahm
    L’identità tecnica della croce kabbalistica nei Rituali Martinisti con quella della Golden Dawn non è casuale. Il F.llo NEBO, (Francesco Brunelli) inseri nella ritualità Martinista la croce essenica, sconosciuta nei rituali Papus/ Ventura.
    Quest’inserimento provocò le proteste di Lehaja (Carlo Coraggia) allora Delegato Generale della Fraternità+Terapeutico+Magica di Myriam, cui la pratica rituale apparteneva da più di cento anni al minimo. Nebo accolse le proteste di Lehaja e sostituì la croce essenica con quella kabbalistica ma, per l’influsso di Caliel (Luigi Petriccione), inserì la versione usata nelle pratiche operative provenienti dai rituali della Golden Dawn.
    Bisogna ora verificare se sia corretta, kabbalisticamente parlando, la versione riportata da Eliphas Levi, oppure quella della Golden Dawn o se, più rigorosamente, siano ambedue corrette, avendo una loro finalizzazione diversa; in questo caso va verificata quale sia più opportuna per le finalità dell’Ordine Martinista; infine, quale sia la chiave che permetta di variarne le motivazioni operative.
    Vorremmo intanto segnalare le diverse versioni della Croce indicate da Mendes S:::I::: apparse nel bollettino dell’O:::M:::A:::T “La Tradizione Esoterica”” dell’Aprile-Giugno 1980:
    (Vedi Tavola II). Purtroppo alcuni errori nei disegni impediscono una corretta lettura e la quinta croce viene di conseguenza indicata erroneamente come templare.
    In esse risulta chiaramente come nelle varie tradizioni il “percorso” della croce vari da destra a sinistra, e viceversa, mentre restano immutate le denominazioni dei centri sottili “visitati” od “attivati”.
    Ma prima di passare ad un’analisi delle varie combinazioni, è necessario stabilire cosa s’intenda kabbalisticamente con il termine “speculare”, riferito all’immagine microcosmica dell “Olaz Hay “ (o albero sephirotico) e soprattutto con i termini di “destra“ e “sinistra” ad esso connessi.
    Ciò che è speculare, e lo Zohar insegna, è il rapporto fra divinità e creazione che si riflette nei suoi vari aspetti all’interno dell’albero sephirotico.
    L’emanazione del divino, nella sua triplice e progressiva creazione o discesa nel quaternario è espressa, come è noto, dai termini: Azhilut-Briah-Yetzira-Assiah.
    La raffigurazione geometrico-simbolica di Azhiluth, lo stato archetipale del divino, prima della sua esteriorizzazione, è quella di un novenario raffigurato in forma di triangoli. Dopo la discesa di Aziluth in Briah, cioè nel momento in cui ogni potenzialità è “potenziata” e l’emanazione si coagula nell’aspetto di materia creata, il triangolo superiore non cambia, mentre gli ulteriori due triangoli risultano rovesciati, formando quattro triangoli in forma di ternario.
    Da Briah in Yetzirah la materia prende forma, si individualizza prendendo coscienza ed intelligenza ma perdendo già la maggior parte della comprensione del mondo archetipale.
    Nella terza caduta o “rottura dei vasi“ il contatto diretto con il divino si interrompe.
    È’ il piano quaternario di Hasiah in cui ritroviamo l’attuale schema conosciuto dell’albero sephirotico, in cui Daath (conoscenza) non appare più, o meglio si rivela come Abisso, separazione, caduta, ed appare Malkuth, materia nella sua forma più densa.
    Daath, che nella fisiologia occulta della kabbala rappresenta la gola (o verbo-suono) si fa carne (Malkuth) et “verbum caro factum est”.
    In Assiah vi è l’immagine opposta e speculare del Macroantropo e cioè il Microantropo, l’Adam Qadmon o Uomo Primordiale. Questa contrapposizione non significa, come a volte si sostiene, che l’immagine in Assiah dell’albero sephirotico è da considerarsi speculare sul piano della fisiologia occulta dell’uomo.
    Lo Zohar definisce, con precisione, tutte le segnature sephirotiche della fisiologia globale dell’uomo, con le seguenti corrispondenze:
    TESTA Kether, che unita a Hokma e Binah
    (saggezza ed intelligenza) forma la prima triade.
    BRACCIO DESTRO
    Hesed o Ghedullah amore che dona amore.
    BRACCIO SINISTRO
    Geburah morte che dà morte
    PETTO O TORACE
    La sesta sephira, unisce questi due contrari e produce la seconda triade, il torace sede di Thipharet, il cuore
    GAMBA DESTRA
    Netzah ( fermezza o vittoria)
    GAMBA SINISTRA
    Hod (splendore o gloria)
    GAMBA DESTRA
    Netzah ( fermezza o vittoria)
    GAMBA SINISTRA
    Hod (splendore o gloria)
    GENITALI
    Yesod (Fondamento) che è base e sorgente di tutte le cose
    PIEDI
    Malkuth (Regalità o Regno) decima sefirah che rappresenta l’uomo primordiale, l’immagine speculare ed opposta del Macrocosmo, e, proprio per questo, autentica.
    GENITALI
    Yesod (Fondamento) che è base e sorgente di tutte le cose
    PIEDI
    Malkuth (Regalità o Regno) decima sefirah che rappresenta l’uomo primordiale, l’immagine speculare ed opposta del Macrocosmo, e, proprio per questo, autentica.
    Le prime tre sephirot formano una triunità che in una contrazione della volontà divina rappresentano l’espansione dell’universo. Kether, espressione diretta dell’Ain-Soph. E’ ciò è è stato, che è e che sarà, l’Uno dal quale tutto discende. Il primo principio emanato da Kether è attivo e maschile (cfr. Cordovero, Maimonide etc.) ed è la Misericordia (Chesed).
    Questo principio è tuttavia intraducibile nella parola latina misericordia, (compassione, trasporto emotivo verso i poveri, i miseri), e potrebbe esser meglio tradotto con charitas, nel senso pre-cristiano del termine, e cioè virtù o forza d’identificazione ed autoassimilazione verso una persona od un ente.
    È già una forma di incarnazione, in quanto è l’aspetto di una facoltà divina che si materializza umanizzandosi. Giustizia, principio passivo e femminile, è Din o Gedullah.
    La Misericordia è un principio attivo universale che dà vita e fecondità perché senza questa forza divina attivamente remissiva la manifestazione divina nel piano materiale sarebbe rigida e sterile, come lo è nel mondo minerale.
    Quando nei Vangeli Cristo affermò, nel giudizio dell’adultera, “Chi è senza peccato scagli la prima pietra“ affermò la necessità del prevalere della misericordia, feconda di vita, (charitas) sopra la giustizia, (petra).
    La giustizia è tuttavia una facoltà divina che l’Altissimo, benedetto sia il suo Nome, rivela per bilanciare la misericordia, ed il loro equilibrio forma la Bellezza (Thiparet) .x
    Inoltre, sempre per definire la Colonna della Misericordia come quella di destra, si può citare la testimonianza del più grande dei kabbalisti rinascimentali, Giulio Camillo, che in una lettera a Francesco Guicciardini affermava,xi (riferentesi ad uno schema riportato nella Tavola III) che:
    “Per far ritorno al mondo intellettuale, dico che se noi ridizzeremo [raddrizzeremo] “A” che è la corona superiore verso l’oriente, e la misura di “R” verso l’Occidente, troveremo che le misure di “B”,”D”,”G”, saranno verso il mezzogiorno e le misure di “C”,”E”,”B”, saranno verso l’aquilone; ma “F” e “I” mezzane. Da qual ordine noi potremo acquistar cognizione che essendo “B” la misura della Sapienza, che è il Figliol di Dio, leggersi per tal ragione “Deus ab Austro veniet “ e anco “ sedet ad dexteram patris “. Imperocchè da li sapienti cabbalisti è preso l’austral parte per la destra e l’aquilonar per la sinistra”.
    Nei testi rituali dell’O:::M:::A:::T:::, vi è il Liber Ghimel in cui vi è una figura che rappresenta un’asceta-guerriero scivaita, con il caratteristico segno del tridente di Shiva (ma anche di Nettuno) sulla fronte (Tavola IV) che le avvertenze definiscono giustamente speculare, (è una conseguente logica del disegno, visto di fronte), ma la tavola analogica riportata è giusta, in contraddizione con i simboli sul disegno che sono stranamente invertiti così:
    Orecchio destro HOKMAH Urano
    Orecchio sinistro BINAH Saturno
    Spalla destra GHEDULAH (o Hesed) Giove
    Spalla sinistra GEBURAH Marte
    Coscia destra NETZAH Venere
    Coscia sinistra HOD Mercurio
    Genitali YESOD Luna
    Coggice o perineo MALKUTH Terra
    L’errata interpretazione della “specularità“ s’intravede anche nel fatto che l’asceta ha (logicamente) nella destra la spada (giustizia), mentre con la sinistra benedice (misericordia).
    Alcuni testi riportano la segnatura kabbalistica di Malkuth nei piedi, ma è certamente più pregnante ciò che altri riportano cioè il coggice o perineo, considerando l’alto significato simbolico del termine Luz o mandorla (ultima vertebra), che i kabbalisti consideravano come indistruttibile e che nei testi induisti è il chakra in cui la forza serpentina di kundalini riposa.
    Nel rituale di iniziazione a S:::I:::, già nei rituali Ventura/Brunelli del 1962 e quindi in tempi
    non sospetti, dato la garanzia della firma del F::: Aldebaran, la croce kabbalistica è tracciata
    sul corpo dell’iniziando secondo la seguente modalità:
    L’Iniziatore alza la spada e tocca il Postulante con la punta sulla sommità del capo:
    “ Nel segno del Fuoco che tutto crea e tutto distrugge...”
    L’Iniziatore porta la spada sulla spalla sinistra del postulante.
    “nel segno delle Acque che sono la Giustizia che lava e purifica...”
    L’Iniziatore porta la spada sulla spalla destra del postulante.
    “Nel segno dell’Aria che è la Clemenza e la Misericordia...”
    L’Iniziatore tocca con la punta della spada il centro del corpo del postulante,
    possibilmente il plesso solare.
    “Ti pongo al centro della croce...”
    Le corrispondenze sono qui esatte e l’operatività è giusta e perfetta.
    Il rito della croce kabbalistica della Golden Dawn definisce Geburah corrispondente alla spalla destra e Gedulah a quella sinistra, come nello stesso rito Martinista, facendo sì che a Giove si sostituisca Marte, in modo che dalla Colonna della Misericordia si passi a quello del Rigore, dalla sephira Clemente a quella Giudicante.
    Nelle finalizzazioni rituali della Golden Dawn, la croce kabbalistica intendeva sviluppare le qualità connesse al simbolismo astrologico di Marte, (forza, furore, gloria) derivandolo dal massimo potere regale di Giove, secondo il seguente procedimento: si rende prima attivo il principio spirituale dell’uomo (evocazione di Keter), portando poi la sua potenzialità macrocosmica (Malkuth) nel centro cardiaco (Tipharet) effettuando “l’inversione dei lumi” ed in ciò consiste la prima e corretta operazione.
    Il secondo momento è, sia da un punto di vista reintegrativo che trasmutativo, una fase pericolosa. La Golden Dawn aveva ben compreso la lezione dello Sepher Ha-Zohar e la chiave iniziatica operativa che in se contiene quando afferma:
    “Che cos’è l’uomo ? E’ forse semplicemente pelle, carne, ossa e sangue? No! Quanto costituisce l’uomo reale è l’anima, e tutto ciò che si chiama pelle, carne, ossa e sangue... tutto ciò non è altro che un velo, un rivestimento esterno, e non l’uomo in se.
    Quando un uomo è alla sua dipartita si spoglia di tutte queste vesti, che fino ad allora indossava.
    Eppure a ciascun osso, a ciascun nervo, ad ogni differente parte del corpo è data forma, nel segreto della saggezza divina, ad immagine celeste.
    La pelle simboleggia i cieli, di estensione infinita, che avvolgono ogni cosa come una veste...
    Le ossa e le vene sono simboli del carro divino, gli interni poteri dell’uomo.
    Ma questi non sono che gli abiti esteriori, giacche al loro interno vi è il profondo mistero dell’Uomo Celeste”.
    La Golden Dawn, coscientemente, volle così portare i suoi neofiti all’acquisizione di qualità legate alla forza della madre terribile, Cibele, Ishtar, Durga-Kali nel classico filone crowleyano dell’ “O.T.O”, della “Kymris”, della “Luxor” dei gruppi tantrici della mano sinistra, e di tutti coloro, che usano la forza sessuale per risvegliare kundalini, ma invertendo i canali Od e Ob per forzare violentemente del Risveglio.
    Lo scopo è sicuramente raggiunto con maggior rapidità ed efficacia, ma nel contempo si rischia di sviluppare le qualità prevaricatrici dell’orgoglio, dell’egoismo, della violenza, cioè di qualità contro-iniziatiche che sono definite poi falsamente “heroiche”, e che si degenerano
    spesso in fobie, manie, nevrosi e psicosi.
    Questo scopo si raggiunge invertendo le sephitoth GEBURAH e GEDULAH ed attivando quindi le corrispondenti Qoliphot. La piena coscienza di questa inversione si evince dal fatto che anche nel classico testo kabbalistico del Von Rosenroth, su cui si basava la Golden Dawn, le corrispondenze sono quelle classiche e non è possibile ammettere un errore in questo senso.
    Le conclusioni sono a questo punto evidenti: l’uso della croce kabbalistica è corretto, per le sue derivazioni storico-cultuali, nel contesto Martinista molto più che in altri ambiti, purché la finalizzazione sia inserita nella corrente del bene attraverso le corrispondenze classiche.
    Sarebbe comunque opportuno usarla solo nel Rituale Quotidiano, e, con qualche riserva, nel Plenilunio, durante la massima espansione dei corpi sottili, mentre è errata l’applicazione nel Rituale di Novilunio, in quanto in tale fase lunare è inefficiente qualsiasi ritualità d’attivazione ed espansione.


    NOTE
    i René Guenon Il simbolismo della Croce Rusconi Editore, Milano, 1972 (cfr. anche Simboli della Scienza Sacra di
    R.Guenon ,Adelphi, Milano, 1975.
    ii Antiche preghiere cristiane a cura di P.L.Zovatto, Fussi Sansoni Editore, S.Casciano, 1957
    iii Cornelio Agrppa Le cerimonie magiche di Enrico Cornelio Agrippa, Atanòr, Roma. (senza data)
    iv Les adventures du philosophe inconnu en la recherche e l’invention de la Pierre Philosophale, suivi de l’Apologie du
    Grande OEuvre di Dom Belin Retz, Editions Mayenne, 1976.
    v L’Albero appare già nel primo testo scritto dai kabbalisti il Bahir , apparso nella Francia Meridionale verso il 1180,
    provocando indignazione nei rabbini ortodossi, che hanno sempre considerato blasfemo l'aspetto " mitico " della
    kabbalah, così come del resto le speculazioni mistiche dei " chassidim ". Pur essendo la kabbalah (intesa come
    tradizione) un termine già conosciuto ed usato dai Talmudin , le nuove concezioni furono chiamate con disprezzo - e
    con ironica contraddizione dei termini - "la nuova kabbalah” e sono ancora considerate eretiche da alcune sette
    dell'ortodossia ebraica. Cfr. Le sacre guerre contro la Kabbalah del Hacham Yilry e ibm Shelomon El-Gaffeh Editrice
    Giuntina, Firenze
    vi Filone, De Vita Contemplativa, Ed. Conybeare
    vii Origene, De Principiis, IV 2-4 Ed. Kotshau
    viii Zohar I 134b
    ix Zohar III 233b-234b
    x Nel rituale Martinista d’iniziazione al grado di S:::I::: il trilume è rovesciato, con il vertice rivolto
    ad Oriente e rappresenta il Fuoco, mentre nei gradi inferiori la sua posizione rappresenta l’Acqua. Il
    simbolismo del rovesciamento dei lumi (vedi anche La faccia verde di Meyrink) significa
    semplicemente che il pensiero razionale (la mente, la psiche) si posta da Keter a Thipharet,
    trasmutandosi in Intelletto (cuore o pensiero cardiaco) producendo nel contempo il passaggio dal
    rigore alla misericordia in imitazione ed accordo con il pensiero divino.
    xi da I Guicciardini e le scienze occulte Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento. Testi e studi XIX a cura di
    Raffaella Carmagnola. Premessa di Eugenio Garin, Leo Olschki Editore Firenze 1990
    ULTERIORE BIBLIOGRAFIA
    Clavicola Salomonis MS n.° 2350 Biblioteque de l’Arsenal- Paris esemplare in fotocopia. Coll.priv.
    Grimorium verum Alibeck l’egiziano, Memphis 1517 (in realtà Roma XVII° secolo). Ne esistono
    alcune edizioni francesi del periodo 1860/1880 riportate in edizione ridotta in Magia Pratica di Jorg
    Sabellicus III° Vol. Ed.Mediterranee Roma 1978.
    The Magus A Complet System of occult philosophie F.Barrett A Citadel Press Book
    New York 1989
    Le Rituels magiques de l’Ordre de la Golden Dawn Jean Pascal Riggiu Ed.ons Téletès Paris 1990
    Dei Numeri Louis Claude De Saint Martin Ed.ni Atanòr Roma 1972
    “La Tradizione Esoterica “ Bollettino dell’O:::M:::A:::T:: Aprile/Maggio 1980

    Fonte: loggiadeguaita.com

    Spero che il tutto sia interessante :-)

    Edited by Ares - 15/5/2016, 11:29
     
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  2. Shiramia
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    Molto utile, rimango senza parole.
    Ma e un riasunto da leggere con calma molto piu di una volta.
    Complimenti.
     
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  3. Ares
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    Grazie a te..

    Per i complimenti..
     
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2 replies since 14/5/2016, 13:27   5155 views
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