La Sesta Illuminazione

tratto dal Romanzo: La Profezia di Celestino

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    LA SESTA ILLUMINAZIONE



    Forti di questa consapevolezza, possiamo superare il dramma del controllo e scoprire la verità: tutti gli uomini devono contribuire a far evolvere l’umanità verso questa nuova dimensione.
    La sesta classifica le relazioni interpersonali sbagliate e i “tipi” dell’intimidatore, dell’inquisitore e della vittima, cui tutti inconsciamente ci conformiamo e che dobbiamo imparare a riconoscere per poi superarli.

    Chiarire il passato – Più a lungo restiamo collegati, maggiore é la nostra consapevolezza dei momenti in cui perdiamo tale contatto, e che sono in genere periodi in cui siamo sottoposti a una eccessiva tensione. In queste occasioni possiamo riconoscere il modo particolare in cui rubiamo agli altri la loro energia. Quando ci rendiamo conto di come manipoliamo chi ci sta intorno, il nostro contatto diventa più stabile e riusciamo a scoprire il sentiero evolutivo della nostra esistenza e la nostra missione spirituale, intesa come contributo personale al benessere del mondo.

    __________



    Ok qui si inizia a fare sul serio, perchè?
    Ma perchè stiamo per osservarci dall'interno, scavando dentro noi stessi, inabissandoci nel nostro profondo per ripescare le cause del nostro malessere, più semplicemente:
    Scoprire il proprio "dramma del controllo"

    Che cosè questo "dramma"?
    E' il modo in cui noi ci comportiamo per rubare l'energia dagli altri.

    La parola dramma riporta subito alla metafora del teatro, alla messa in scena di un personaggio, alla vestizione di se sotto le mentite spoglie di una maschera-Persona. Ammantandosi in buona sostanza di un ruolo da palcoscenico, il falso Sé si corazza dentro un involucro che lo priva del suo potenziale e della sua espansione vitale. Il fenomeno, oltre ad essere ben noto, rappresenta diffusamente l’epicentro di ogni difficoltà esistenziale con tutte le sue peculiari trame narrative e le sue forme più o meno manifeste.

    Nei modelli comportamentali individuati da Redfield, le personificazioni manifeste di falsi Sé trovano molte analogie con gli aspetti strutturali e funzionali identificati da Eric Berne nella ricostruzione degli aspetti psico-comportamentali nella teoria degli Stati dell’Io.

    L’autore del best seller compila un elenco in cui riconosce e descrive 4 personaggi corrispondenti ad altrettanti diffusi atteggiamenti che spiegherebbero le modalità attraverso cui le persone entrano in relazione fra loro, rubandosi energia. Tale processo di furto di energia, esiste anche nel linguaggio transazionale, e viene chiamato Gioco (nella sua accezione di play, ovvero recita, finzione).

    In brevissima sintesi, i modelli sono così presentati:

    INTIMIDATORE: Si manifesta in modo aggressivo, addirittura può arrivare alla violenza. E’ rigido, austero ed irremovibile sulle sue posizioni, non incline alla mediazione.

    È, in pratica, l’aspetto funzionale dell’Ego genitoriale che Berne chiama Genitore critico, anche con una sua declinazione particolarmente minacciosa.

    INQUISITORE: Gratuitamente ostile e critico in modo distruttivo, l’inquisitore tende a disfare ogni possibilità di costruire un clima di collaborazione e accettazione. Colpevolizza, redarguisce, cerca di ferire psicologicamente con feroce sarcasmo.

    È anche questa un’espressione normativa critica dell’Ego genitoriale descrittoci da Berne.

    TROPPO RISERVATO: Genera mistero intorno alla sua figura, nella convinzione che potrà ottenere l’attenzione. Di contro, rimane isolato, evitando legami che possano metterlo in discussione. Si disimpegna nella relazione per paura dell’altro.

    Questo è l’aspetto esattamente speculare del profilo funzionale Bambino Adattato passivo, secondo i canoni di una lettura del modello di Berne. L’Ego più arcaico della personalità configura i suoi elementi nella direzione del guadagnare una posizione di non interferenza col mondo.

    VITTIMISTICO: Porta dentro un vissuto di impotenza e inadeguatezza. Si scusa sempre, spiega più volte, si sente perennemente in colpa.

    È proprio il Bambino somatico “Non Ok” descritto da Berne; inevitabilmente ferito, cerca di ottenere riconoscimenti dall’ambiente sociale stimolando risposte di cura di tipo pietista. E come nell’AT, i tipi di Redfield sono modellati dalle interferenze esterne, filtrate ed interpretate, certo, seppur in modo rudimentale.

    Redfield, inoltre, associa a ciascuno dei profili annoverati dentro la sua teoria un atteggiamento cronicizzato che designa la rigidità di ciascuno di essi. Vi sarebbe dunque, in ciascuno di tali prototipi personologici, una cospicua forza conservatrice. Tuttavia, seppur latente, esiste una tensione trasformativa che se opportunamente sollecitata potrebbe condurre ad una riprogrammazione consapevole del modello in termini sia intra che interpsichici. In pratica, i modelli esistono in quel modo perché trovano comodo ed agevole vivere nella rispettiva modalità ascritta a ciascuno di essi. Esperire la loro istanza vitale dentro il modello acquisito è protettivo, genera sicurezza, controllo, per l’appunto, sull’ambiente sociale inteso come complesso campo unificato ed integrato di stimoli esogeni, in seno anche agli agenti sociali che lo ricostruiscono mediante la loro competenza generativa di senso. Tali concetti, che abitano in modo coeso i postulati teorici di Redfield, richiamano a tutti gli effetti la nozione di Copione di Berne. Vi si trovano i personaggi, descritti secondo le loro inclinazioni in parte apprese dall’ambiente, e si trova l’aspetto peraltro molto importante della possibile metamorfosi evolutiva che svincola dal ruolo che recita e conduce il Copione. Se Redfield, infatti, ci informa della potenzialità di emancipazione consapevole di ciascuno dei suoi prototipi, Berne dichiara la possibilità di un intervento che aiuti il personaggio a rileggersi, addirittura superando e vincendo il bisogno fittizio della gabbia copionale, “energizzando l’Ego Adulto”, parafrasando Berne, permettendo all’individuo di vivere in modo libero ed autentico.

    E le analogie non sono concluse. In termini di processo relazionale, Redfield racconta circa le modalità con cui tali personaggi entrano in relazione fra loro, scoprendo la complementarietà dei ruoli. L’Intimidatore o piuttosto l’Inquisitore cercheranno (inconsapevolmente) una Vittima, la quale, per via di una misteriosa legge di compensazione, sta cercando i suoi aguzzini. Dentro tali trame, si svilupperanno relazioni sociali disturbate, inconcludenti, infelici, patologiche; i “drammi del controllo”, appunto.

    Non temete è curabile



    Come già accennavo, Redfield parla di un possibile processo di trasformazione in chiave evolutiva, di ciascun personaggio. Sfruttando la propria parte migliore, ciascuno di loro può diventare, rispettivamente:

    INTIMIDATORE / GUIDA
    : Può utilizzare la carica direttiva per indicare e suggerire opzioni e soluzioni accettando anche quelle altrui. Può ricoprire una posizione di leadership nel pieno rispetto di tutti, generando collaborazione e senso di stima per se.

    INQUISITORE / AVVOCATO: Può sublimare nella ricerca la sua predilezione per il domandare, rovesciando la posizione di accusatore a quella di difensore.

    TROPPO RISERVATO / LIBERO PENSATORE: Può accedere alle risorse della sua interiorità per farsi guidare dall’intuizione e progredire in saggezza e maturità spirituale, sublimando tale tendenza nella creatività.

    VITTIMA / RIFORMATORE: Può trasformare in risorse preziose il dolore, il senso di fallimento e le sconfitte, impegnandosi a favore delle cause dei più deboli e bisognosi.

    Le analogie fra il modello dei tipi drammatici di Redfield e l’approccio dell’analisi transazionale di Berne sono sorprendenti. Entrambi mettono al centro la possibilità di implementare la tensione innovatrice di ciascun individuo, riservando ad esso la fiducia nella necessaria svolta della propria esistenza.

    Fonte: dramma del controllo

    Ma come facciamo a renderci conto di qualè il nostro "dramma"?
    Semplice, provate a pensare in pittura a come si crea il Verde? Giallo + Blu giusto?
    Bene, noi siamo il verde e i nostri genitori giallo e blu,
    questo mi porta a pensare che io possegga le caratteristiche di due persone, pregi e difetti giusto?
    Sappiate che ogni persona ha il suo dramma (che sia ancora presente o sia riuscito ad "autoguarirsi")
    perciò noi siamo un misto del più bello e del più brutto di loro.

    Sta a noi scoprire qual'è il nostro dramma, non ci vuole molto, basta osservarsi nella quotidianità!
    Ma se ciò non bastasse bisogna analizzare prima gli aspetti dei nostri genitori o delle persone che ci hanno insegnato ad essere come siamo.

    Vi dico un piccolo trucco:
    Siate Sinceri e Innocenti
    e dico davvero, non basta avere la faccia angelica, qui vi sto parlando di essere completamente sinceri e innocenti partendo dai pensieri e arrivando alle azioni (generate proprio dai pensieri)

    Non ti è ancora chiaro?
    Prova a vederla così:

    I nostri pensieri diventano le nostre parole, le nostre parole diventano le nostre azioni,
    le nostre azioni diventano il nostro carattere,
    il nostro personaggio diventa il nostro destino ".

    - Gandhi

    Quindi se comincio a cambiare i miei pensieri cambio le mie parole dunque il mio carattere, le mie abitudini, le mie giornate, il rapporto con gli altri, con gli animali, con gli oggetti e cambio il mio futuro.
    Non suona più appetitoso così?

    Per ritornare all'elenco -> fai ciòp

    Edited by abubu - 10/6/2017, 01:47
     
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